di Mauro Cerri 

Milano, 27 aprile 2012 - Il cinema e il vino. Due mondi distanti che spesso si incontrano in film più o meno leggeri. Raccontare con la macchina da presa la trasformazione dell’uva e i cicli della vite è una sfida che affascina. Nel caso di «Senza Trucco», vincitore del festival cinematografico femminile «Sguardi Altrove» (sezione documentari), la regista e sommelier Giulia Graglia, torinese di 37 anni, ha miscelato altri ingredienti che le sono valsi il primo premio alla kermesse milanese: le donne, il paesaggio, il rispetto della natura e il ritratto di un’Italia che piace.

«Senza trucco racconta di quattro viticoltrici in quattro differenti regioni: Toscana, Piemonte, Trentino e Sicilia. Il ritmo della narrazione segue le fasi della vite, dalla potatura alla vendemmia, e mette al centro non tanto il vino quanto la persona». Si scoprono così figure femminili estremamente diverse, proprio come il vino che realizzano, eppure accomunate dall’amore per il duro lavoro, svolto senza compromessi con la modernità, e dal successo tributato da un mercato difficile.

Dora Forsoni immersa d’inverno nei vitigni senesi che partoriscono il Nobile di Montepulciano apre il documentario, che prosegue con Nicoletta Bocca, figlia del famoso giornalista, dedita anima e corpo al suo Dolcetto sulle colline di Dogliani (Cuneo) dove suo padre, fedelissimo del Barolo, era stato partigiano. Se Elisabetta Foradori nel verde Trentino (Mezzolombardo) ha deciso di rinnovare la tradizione del Teroldego, vino dimenticato per decenni, la sanguigna Arianna Occhipinti a 29 anni sfida nella sua Sicilia luoghi comuni e diffidenza, nobilitando Frappato e Nero d’Avola con metodi naturali.

Il fil rouge è proprio il rispetto della terra: vitigni autoctoni, vini biologici e biodinamici. «Cioè - spiega la regista premiata allo Spazio Oberdan - prodotti senza l’utilizzo di fertilizzanti o di agenti chimici. La cura della pianta è affidata solo a pratiche naturali, che richiedono molto più tempo e fatica ma che ripagano di gran lunga all’assaggio». Quando e come è nata l’idea del documentario lo racconta la regista: «Nel 2008, sorseggiando un vino naturale siciliano insieme a Marco Fiumara (produttore del lungometraggio, ndr). In fondo alla bottiglia, come spesso capita, è arrivata l’illuminazione. Così ho pensato a quattro imprenditrici che in questo settore sono dei nomi».

Girato tra 2009 e 2010, il film ha incontrato le immancabili difficoltà di distribuzione che insidiano il cinema italiano giovane e di qualità. Ma l’affermazione a «Sguardi Altrove» può rappresentare la svolta. Questa sera «Senza Trucco» sarà proiettato all’Auditorium di Desenzano sul Garda (alle 21) nell’ambito del festival AgriCultura, in attesa di conquistare il pubblico di Londra e San Diego a metà maggio. Intanto Giulia Graglia è impegnata a un nuovo lavoro: «Racconterò la storia di Giacomo Bologna, l’uomo che ha reso la Barbera un vino apprezzato in tutto il mondo».