Miracolo al San Raffaele, ragazzo salvato dopo 42 minuti sott'acqua

L'incidente era avvenuto a Castelletto di Cuggiono. La mamma del 14enne: "Sono sicura che questo è un percorso miracoloso"

I sommozzatori dei Vigili del fuoco

I sommozzatori dei Vigili del fuoco

Milano, 26 maggio 2015  - Ritorno alla viita dopo esser rimasto sott'acqua per 42 minuti. Le sue condizioni erano disperate ma i medici rianimatori del S.Raffaele lo hanno salvato con una procedura estrema di assistenza meccanica con circolazione extracorporera.

E' la storia di Michael, 14 anni, che il 24 aprile si era gettato nel Naviglio, a Castelletto di Cuggiono, con 4 amici. Lui era però rimasto intrappolato a 2 metri di profondità e le acque torbide avevano ostacolato i soccorsi. Dopo 42 minuti, in arresto cardiaco, è stato portato a riva dai vigili del fuoco e affidato alle cure degli specialisti rianimatori del San RaffaeleOra Michi è fuori pericolo: non solo ha ripreso conoscenza, ma parla, mangia, saluta gli amici della squadra di calcio e addirittura scherza con i medici chiedendo un mojito. Un risultato "straordinario per tutta la comunità scientifica" come lo ha definito il professore Alberto Zangrillo primario della Rianimazione dell'ospedale. Per la madre quello che è successo ha del "miracoloso" senza togliere valore al lavoro dell'equipe di Zangrillo.

La madre del 14enne, una signora di origini tedesche, insieme al marito italiano, ha voluto "ringraziare Dio e i medici. In questo mese, ci sono state tante preghiere per mio figlio, grazie per le speranza che ci hanno trasmesso". "In questo mese ho vissuto giorno per giorno l'evoluzione miracolosa di mio figlio" continua. E a chi chiede se si è trattato di un miracolo replica cosi': "Un miracolo? Un miracolo e' qualcosa di straordinario. E come ha detto il dottore, questa storia e' straordinaria. La guarigione di Michi è straordinaria e inaspettata: lui al fiume era senza vita, oggi e' pieno di vita. Sono sicura che questo e' un percorso miracoloso". Con queste parole si affretta a chiarire che non intende sminuire il lavoro fatto in ospedale: "pensiamo che Michi e' rimasto nelle mani di Dio e dei medici e ognuno, per le sue capacita', ha dato il massimo che bisognava dare. La collaborazione tra il divino e la scienza e' una cosa meravigliosa". 

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