Italiano il cubo più freddo dell'universo, è un esperimento della Bicocca

L'università Bicocca ha collaborato con i Laboratori nazionali del Gran Sasso dell'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn) per portare un cubo di rame alla temperatura di - 273,144 °C

L'esterno dell'università Bicocca

L'esterno dell'università Bicocca

Milano, 21 ottobre 2014 - C'è anche la collaborazione dell'Università Bicocca nel cubo più freddo dell'universo ottenuto all'interno dei Laboratori nazionali del Gran Sasso dell'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn). Il record e' stato registrato portando una struttura di rame del volume di un metro cubo (e del peso di 400 chilogrammi) ad una temperatura prossima allo zero assoluto. Il risultato e' frutto di 'Cuore' (Cryogenic Underground Observatory for Rare Events), l'esperimento nato per studiare le proprieta' dei neutrini che vede un'importante collaborazione tra Infn e Universita' di Milano-Bicocca per la realizzazione del sistema criogenico necessario a raffreddarne i rivelatori.

''Si tratta di un risultato importante che testimonia come la scienza italiana raggiunga un solido primato nella tecnologia del ultrafreddo grazie all'integrazione e alla collaborazione tra ricerca, universita' e aziende'', commenta Carlo Bucci, ricercatore Infn e portavoce italiano di Cuore. ''La temperatura raggiunta nel criostato dell'esperimento, 6 millikelvin,ss equivale a meno 273,144 gradi centigradi, una temperatura vicinissima allo zero assoluto pari a meno 273,15 gradi centigradi. Nessuno ha mai raffreddato a queste temperature una massa di materiale ed un volume simili''. ''Il criostato di Cuore – spiega Angelo Nucciotti, docente di fisica nucleare dell'Universita' di Milano-Bicocca e responsabile della progettazione del criostato - e' unico al mondo non solo per dimensioni e potenza refrigerante, ma anche perche', grazie all'uso di materiali appositamente selezionati e di speciali tecniche costruttive, garantisce che l'esperimento si svolga in un ambiente con bassissimi livelli di radioattivita'''. Una volta completo, il rivelatore sara' racchiuso in una copertura di piombo antico di eta' romana, un materiale caratterizzato da una radioattivita' intrinseca estremamente bassa che fungera' da schermo

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