Zona rossa, battaglia in Lombardia: ecco perché la Regione fa ricorso

I parametri contestati: indice Rt vecchio, sottovalutati l’incidenza settimanale e i posti in Rianimazione

Tabella contagi e tamponi oggi in Lombardia

Tabella contagi e tamponi oggi in Lombardia

Milano, 17 gennaio 2021 - La Lombardia si sveglia rossa per l’ordinanza firmata ieri dal ministro della Salute Roberto Speranza, che la Regione si prepara a impugnare domani al Tar del Lazio, mentre l’assessore al Welfare Letizia Moratti tenta un ultimo appello a sospenderla "con effetto immediato" e rivedere "i criteri dei tecnici ministeriali". Anche per evitare "una sottovalutazione pericolosa" per altre regioni in cui "il rischio è palesemente superiore".

I motivi sui quali si fonderà il ricorso, il governatore Attilio Fontana li ha anticipati al ministro in una lettera venerdì, sempre per chiedergli di riconsiderare una valutazione "non coerente con i dati aggiornati dell’andamento epidemiologico" e nella quale "mi risulta disatteso il parere della Cabina di regìa". Allega, Fontana, un documento che riassume le osservazioni dei tecnici del Welfare. La prima riguarda l’Rt, l’indice di trasmissibilità del virus nel tempo calcolato in base alla curva dei casi giornalieri. L’ultima classificazione delle regioni, basata sul monitoraggio dei dati della settimana dal 4 al 10 gennaio, considera però "come riferimento un Rt-sintomi del 30 dicembre", vecchio di quasi venti giorni. E questo parametro, ragiona il governatore, è diventato più pesante con gli ultimi decreti, che hanno abbassato a 1,25 la soglia dalla quale scatta il rosso.

È lo stesso motivo per il quale sindaco di Milano insiste che "Governo e Regione dovrebbero comunicare in modo univoco i dati sui quali vengono prese le decisioni", ma il fatto è che a calcolare l’Rt determinante per i passaggi di colore è un algoritmo utilizzato dall’Iss sui dati trasmessi quotidianamente dalla Regione. Proprio in base a questi numeri (a disposizione, a quanto si apprende, anche di Giuseppe Sala) i tecnici del Welfare osservano che i 13.469 nuovi positivi per data tampone scoperti in Lombardia dal 4 al 10 gennaio risultano in "leggerissima diminuzione" rispetto ai 13.721 della settimana precedente cui è ancorato l’Rt di 1,4 che ha determinato il rosso; oltretutto basato sulla data d’inizio sintomi, e non del tampone. La settimana prima (21-27 dicembre) i casi erano stati 10.920, dunque il balzo dell’Rt sintomi è "coerente" con quell’incremento di tremila a ridosso del Capodanno, mentre la settimana 4-10 gennaio sulla quale si fonda il resto del monitoraggio "ha visto un cambio di trend e la stabilizzazione dei nuovi casi".

Il ragionamento dei tecnici lombardi, però, non si limita all’Rt: c’è un altro indicatore valorizzato da Ministero e Iss, l’incidenza (i nuovi casi) settimanale ogni centomila abitanti. Nel verbale della Cabina di regìa di venerdì per la Lombardia è indicata dal 4 al 10 gennaio un’incidenza di 133,3 casi ogni centomila, inferiore a quella di molte altre regioni incluso il Lazio (178,74), e in particolare a quelle della Provincia di Bolzano (320,82), rossa come la Lombardia, ma anche dell’Emilia (284,64), del Friuli (270,77) e del Veneto (365,61), arancioni in virtù del loro Rt sotto 1,25 al 30 dicembre nonostante la Cabina suggerisse di "applicare incisive misure di mitigazione indipendentemente dalla trasmissibilità" proprio per la loro incidenza sopra 250. Il terzo punto sollevato dai tecnici è il tasso di occupazione delle terapie intensive: 454 letti a ieri, cioè il 37,8 per cento dei 1.200 indicati dalla Lombardia poiché attivabili "in tempi brevissimi". Ma gli ospedali lombardi sono "in grado di arrivare a oltre 1.800 come successo nella prima ondata e previsto nel piano approvato dal Ministero": se nell’analisi del rischio si valutasse "la reale capacità del sistema sanitario" questo indicatore scivolerebbe lontano dalla soglia del 40%, al 25,2%.