Zara-Expo, la bocciatura dell’Anac: "Irregolarità e scarsa trasparenza"

La delibera dell’Anticorruzione sull’appalto. Nel mirino Mm e Comune

Il collegamento a Cascina Merlata fu inserito nell’elenco degli interventi per Expo

Il collegamento a Cascina Merlata fu inserito nell’elenco degli interventi per Expo

Milano, 14 agosto 2017 - «L’esecuzione dell’intervento è stata caratterizzata da gravi disfunzioni e irregolarità che non trovano giustificazione nelle deroghe per l’evento Expo 2015 e che hanno comportato notevoli incrementi di costo». Non usa mezzi termini l’Anticorruzione di Raffaele Cantone: bocciatura su tutti i fronti per la gestione da parte di Metropolitana Milanese dell’appalto legato al lotto 1B della cosiddetta «Zara-Expo», il tratto di strada realizzato in occasione dell’Esposizione universale del 2015 per congiungere via Stephenson all’area di Cascina Merlata. Un’opera nata come intervento unitario e poi suddivisa in due lotti (con delibera del Comune datata ottobre 2012, ricostruisce l’Anac) a seguito della segnalazione dell’Arpa sulle rilevanti concentrazioni di metano localizzate nell’ex cava colmata Triboniano. Il 14 novembre 2013, il progetto definitivo del lotto 1B, predisposto da MM, viene approvato dalla Conferenza di servizi con alcune prescrizioni da rispettare. L’appalto viene assegnato all’associazione temporanea di imprese costituita da SALC spa (mandataria), Daf Costruzioni Generali srl e Agrideco srl: battuta la concorrenza degli altri 13 competitor con un ribasso del 28,93% sulla base d’asta («In seguito riassorbito e superato dalle varianti», sottolinea ex post l’Authority) e un ammontare complessivo pari a 29,3 milioni di euro (poi lievitato a 37,9 milioni). Tutto secondo programma? No, perché i lavori vanno incontro a parecchie peripezie, una delle quali è legata alla sostituzione in corsa della Agrideco, colpita da interdittiva antimafia nel dicembre 2014; al suo posto subentrerà la Elios srl.

A intervento concluso ed Expo chiusa, il 13 gennaio 2016 l’Anac comunica a Comune e MM l’avvio di un procedimento «in ordine alle varianti in corso d’opera». Per l’Anticorruzione, l’incremento dei costi è stato provocato dai maggiori volumi di terre di scavo da smaltire rispetto alle stime (sbagliate) dei tecnici, nonostante Metropolitana Milanese abbia fatto presente «che, a causa della compressione dei tempi da parte del Commissario (di Expo 2015 spa, ndr), la stima progettuale del materiale da asportare è stata condotta sulla base di rilievi topografici e con l’ausilio di strumenti informatici per la modellazione 3D». Giustificazioni che non reggono, per Cantone. Così come sono state ritenute estremamente discutibili sia le modalità utilizzate per rimpiazzare a tempo di record la Agrideco con la Elios («Violazione dei principi di trasparenza») che i passaggi che hanno portato all’aggiudicazione dell’appalto alle aziende capitanate dalla SALC. Senza dimenticare il pagamento del «premio di accelerazione» alle ditte impegnate nei lavori: un surplus da 3,6 milioni riconosciuto, sostiene l’Authority, non per l’impegno aggiuntivo dovuto a un’improvvisa riduzione dei tempi di esecuzione bensì per mettere fine a un altro contenzioso. Stroncatura senza appello.

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