Milano, 8 febbraio 2017 - Condannato a 13 anni e mezzo Domenico Zambetti. L'ex assessore regionale lombardo era accusato di aver comprato quattromila voti alla 'ndrangheta per le regionali del 2010, di corruzione e anche concorso esterno in associazione mafiosa. La pubblica accusa aveva chiesto per lui 10 anni. Il pm di Milano Giuseppe D'Amico (nel frattempo promosso procuratore aggiunto a Busto Arsizio) aveva deciso infatti di far cadere l'accusa di concorso esterno in associazione mafiosa. I giudici dell'ottava sezione penale di Milano lo hanno invece condannato anche per questo reato. "Faremo appello", si è limitato a commentare l'avvocato Corrado Limentani, uno dei difensori di Zambetti.
Per l'ex esponente della giunta regionale presieduta da Roberto Formigoni è stata inoltre disposta l'interdizione perpetua dai pubblici uffici oltre che 3 anni di libertà vigilata una volta finita di
ASSOLUZIONI - Nel processo su presunte infiltrazioni della 'ndrangheta in Lombardia le accuse per gli imputati erano, a vario titolo, associazione a delinquere, associazione di stampo mafioso, detenzione di armi, estorsione, voto di scambio con finalita' mafiosa, concorso esterno alla mafia. I giudici del Tribunale di Milano hanno inflitto altre pene fino a 16 anni e mezzo di carcere. Assolto Alfredo Celeste (foto a
"LA MAFIA NON ESISTE" - Inflitti 16 anni e mezzo a Eugenio Costantino, referente della cosca Di Grillo-Mancuso. "Non ho proprio un'idea di cosa sia la mafia, secondo me non esiste, proprio non esiste. Se io sono uno 'ndranghetista, allora la mafia non esiste, è tutta un'invenzione", ha detto Costantino, dopo la lettura della sentenza. "Non può una persone come me, che i giudici hanno descritto come così pericolosa, essere incensurata - ha rincarato la dose Costantino - e lo stesso vale per mio padre, mio nonno e mio figlio". E' stato condannato anche Ciro Simonte, anch'egli ritenuto vicino alle cosche, a 11 anni. Pene superiori a quelle chieste dalla Procura. Sono stati tutti condannati alle stesse pene accessorie disposte per Zambetti: interdizione perpetua dai pubblici uffici e 3 anni di libertà vigilata.
"SGOMENTO E ORRORE" - Inflitti 12 anni ad Ambrogio Crespi. "Apprendo con sgomento e con orrore l'esito della sentenza. Dodici anni a mio fratello Ambrogio equivalgono ad una pena di morte". Commenta così il fratello Luigi, ex sondaggista di Berlusconi, la sentenza che ha condannato il fratello Ambrogio. "Durante il processo - prosegue Luigi Crespi - abbiamo confutato tesi e teoremi. Abbiamo portato testimonianze, dimostrato fatti e circostanze che il Tribunale non ha voluto vedere. Ambrogio non conosceva l'ex assessore Zambetti e gli autori del patto criminale. Ambrogio non è innocente, è estraneo". "Impugneremo immediatamente l'Appello - conclude - La battaglia per la verità e l'onorabilità di Ambrogio è solo all'inizio".
LA VICENDA - Zambetti venne arrestato nell'ottobre 2012: uno scandalo che, di lì a poco, avrebbe provocato la crisi della giunta Formigoni e la fine anticipata della legislatura regionale. Per l'accusa, l'allora assessore regionale alla Casa - eletto nel 2010 al Pirellone con oltre 11 mila preferenze - avrebbe dato 200 mila euro alle cosche della 'ndrangheta per assicurarsi un pacchetto di voti sicuri. Voti pagati al prezzo di 50 euro l'uno. Tra le parti civili anche l'Aler: l'ente per l'edilizia popolare lombarda riceverà dai quattro condannati 350 mila euro a titolo di risarcimento.
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