Via Padova, stupro in discoteca. La vittima: “La porta non si chiudeva, è entrato e mi ha violentata”

Milano, l’uomo che ha abusato di una 31enne sarebbe un italiano senza inflessioni dialettali. Impressionanti i numeri della violenza sulle donne in città

L'ingresso del locale dove è avvenuta la violenza

L'ingresso del locale dove è avvenuta la violenza

Milano – Sul piatto della bilancia, nell’analisi delle tendenze criminali del 2022, tra i reati più preoccupanti pesano "i 400 a sfondo sessuale, che confermano un’insidiosa tendenza alla sopraffazione sulle donne", così come "i 380 casi di stalking e i 550 episodi di maltrattamenti "all’interno delle mura domestiche". Lo diceva il questore Giuseppe Petronzi al Piccolo Teatro meno di un mese fa, nel suo discorso per il 171° anniversario della fondazione della Polizia di Stato. In un anno, 400 reati a sfondo sessuale significa oltre uno al giorno. E nel 2023 la situazione non sembra migliorare.

È di ieri la notizia dell’ennesimo stupro a Milano denunciato da una donna di 31 anni che ha raccontato di essere stata violentata da uno sconosciuto nei bagni della discoteca Q Club di via Padova 21. Alle 3.15 la trentunenne, che era nel locale con alcuni amici per assistere alla “Notte ribelle - Show di Burlesque“, ha chiesto aiuto. Si era allontanata poco prima dalla pista per andare alla toilette. "Sono stata violentata". Nel bagno delle signore. I servizi, apprendiamo, sono distinti per uomini e donne. Vi si accede però da un’unica anticamera che attraverso un corridoio conduce a due porte. Stando a quanto emerso, la donna aveva accostato la sua porta ma senza chiuderla, trovandosi all’improvviso un uomo davanti.

"Devo usare il bagno" le avrebbe detto senza un accento particolare, osservandola mentre si rivestiva, per poi avventarsi su di lei e immobilizzarla. Poi la violenza. Un racconto attendibile per i carabinieri della Compagnia Duomo guidati dal capitano Gabriele Lombardo, che hanno acquisito i filmati delle telecamere puntate sulle uscite di sicurezza (le uniche disponibili) per individuare l’aggressore. Un ragazzo sulla trentina, lo ha descritto la vittima che poi è stata soccorsa alla Clinica Mangiagalli e che nel pomeriggio ha sporto formale denuncia. Preziose potranno essere anche le testimonianze di chi in quel momento era in fila fuori dai bagni, così come le tracce biologiche raccolte sul posto.

Un altro stupro, dopo quelli della settimana precedente. Giovedì 27 aprile l’aggressione a una turista franco-marocchina di 36 anni in stazione Centrale, per la quale è stato arrestato Fadil Monir, 27enne marocchino senza fissa dimora. Poi la violenza ai danni di una clochard di 57 anni in un accampamento di piazza Carbonari, non lontano dalla zona, e l’altra subita da una trentenne impiegata in un hotel in zona Garibaldi. Ma non è finita. Perché meno di un mese prima, era la notte tra il 31 marzo e il 1° aprile, una ragazza di 23 anni era stata violentata da uno sconosciuto dopo una serata in un locale di corso Como.

"Se non la finisci ti sfregio, se lo fai un’altra volta ti ammazzo", la minaccia dell’aggressore. La giovane si era trovata di fronte a un cambio di atteggiamento improvviso, dal fare gentile alle minacce con un coccio di bottiglia in mano, dopo essersi ritrovata sola con lui, al buio, in un parcheggio multipiano di piazza Einaudi a 500 metri dal Bosco Verticale. Dopo poche ore Imad Bourchich, trentasettenne marocchino senza fissa dimora e con precedenti, è stato arrestato dalla polizia con l’accusa di essere lo stupratore. La ragazza è rimasta nella sua morsa per almeno 7 ore.

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