Sfida mortale tra auto in via Gioia: tre anni di condanna ai duellanti

A perdere la vita fu l’autista di una Panda travolta da una delle vetture

La pagina del giorno del 5 novembre 2013

La pagina del giorno del 5 novembre 2013

Milano, 2 dicembre 2017 - Non fu un incidente stradale come tanti altri. Il 46enne Luca R., che guidava tranquillamente la sua Panda, perse la vita per colpa di due auto impegnate in una criminale gara di velocità in pieno centro. È questo che hanno stabilito in primo grado i giudici della Corte d’assise condannando i duellanti da strada a tre anni di reclusione. Il pm Luigi Luzi aveva chiesto per entrambi sei anni di carcere. Una sfida assurda nella notte lungo via Melchiorre Gioia, finita tragicamente nel sangue. R., che proveniva da via Galvani a bordo della sua utilitaria, venne travolto all’incrocio. Secondo i giudici rimase vittima di un assurdo gioco mortale tra i conducenti di due vetture che quella notte del 4 novembre 2013 si sfidarono ad altissima velocità lungo la via che porta alla periferia nord della città. 

Un reato gravissimo, quello contestato dal pm Luzi ad Andrea Piccini e Lorenzo Valenti, entrambi ventenni, che erano l’uno alla guida di una Bmw 320 e l’altro a bordo di una Volkswagen Passat. Il processo è arrivato a sentenza solo nei giorni scorsi, a quattro anni dai fatti, dopo la falsa partenza di un dibattimento celebrato quasi fino alla fine davanti a un giudice monocratico, per errore del gup che ve l’aveva inviato. È ricominciato da zero poi nell’aula della Corte d’assise, dove gli imputati rischiavano una condanna fino a dieci anni di carcere. Hanno goduto anche dell’attenuante di aver già risarcito integralmente i familiari di R. e Sara Z., che si trovava a fianco del conducente della Panda e si salvò per miracolo. Nessuno di loro si è costituito parte civile nel dibattimento. Le cronache dell’epoca, all’oscuro della reale dinamica dei fatti, parlarono semplicemente di uno scontro tra la Bmw e la Panda, della Passat andata a finire contro il chiosco di un’edicola per evitare l’impatto con gli altri due mezzi, dei danni a una Fiat 600 e una Hyundai parcheggiate ai bordi della strada.

Già le testimonianze di alcuni residenti raccolte all’epoca dal nostro giornale, per la verità, parlavano di «vialone che invoglia a correre», di «auto che sfrecciano tutte le notti a più di cento all’ora», di strada vicina alle vie della movida di corso Como, che «chi fa vita notturna attraversa a tutta birra». Le indagini successive, con l’analisi delle immagini riprese dalle telecamere sparse lungo via Gioia, permisero agli inquirenti di ricostruire con precisione quanto accadde quella notte. Bmw e Passat - secondo l’accusa - «gareggiavano in velocità ed in particolare portavano in essere manovre di sorpasso reciproco , rallentamenti ed accelerazioni improvvise, il tutto ad elevatissima velocità». 

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