Vaccini, in 3.300 non entrano all’asilo. Appello del Comune: evitate tensioni

Su 33 mila famiglie ci sarebbero almeno 1.500 renitenti per scelta

Vaccini

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Milano, 11 settembre 2017 - Questa mattina a Milano 29.700 famiglie si sveglieranno e porteranno i propri bambini all’asilo comunale. Ma altre 3.300 famiglie ci dovranno rinunciare, perché non hanno consegnato i documenti vaccinali. I loro figli non potranno frequentare nidi e materne ai quali pure sono e potranno restare iscritti, pagando le rette e occupando posti in graduatoria, finché mamma o papà non avranno prodotto almeno un’autocertificazione, o il certificato medico per giustificare d’aver saltato qualche vaccino.

Questi i conti del Comune, allo scadere dell’ultimo giorno per adempiere al primo dovere della legge Lorenzin, nell’anno scolastico primo, mese secondo dalla reintroduzione dell’obbligo di vaccinare. Ben 7.200 genitori l’hanno fatto in zona Cesarini, se venerdì solo il 68,2% delle 33 mila famiglie milanesi con figli iscritti ai nidi e alle scuole d’infanzia comunali era a posto, e ieri sera la percentuale era schizzata al 90%. Merito, anche, di segretarie e maestre che hanno martellato le mamme dall’apertura degli asili una settimana fa. Secondo il Comune, del restante 10 per cento - i 3.300 genitori di cui sopra - almeno metà sono famiglie di bambini che non hanno ancora iniziato a frequentare, e potranno presentare la documentazione necessaria quando i figli inizieranno l’asilo. Infatti la scadenza che non ammetteva proroghe, secondo il ministro dell’Istruzione Valeria Fedeli, è stata parecchio annacquata dall’ultima circolare ministeriale: appena uno porta i documenti può rientrare. Molto ammorbidita anche la fatica per i genitori dei bimbi in età d’asilo - almeno cinquemila a Milano - scoperti dai vaccini obbligatori senza giustificazione: basta l’autocertificazione di una richiesta di mettersi in pari, fatta anche via mail o con una telefonata, per continuare a usufruire del servizio. E sembra questa l’indicazione di alcuni comitati sedicenti «free vax» per prendere tempo, almeno finché il centro vaccinale non li chiamerà.

Il problema è l’altro 5 per cento: al netto di smemorati, allergici ai mezzi di comunicazione, stranieri in difficoltà con la burocrazia, sono genitori che non vogliono vaccinare i figli. Potenzialmente tra mille e 1.500, e preoccupano il Comune non poco. La vicesindaco Anna Scavuzzo ha lanciato «un appello perché non ci siano momenti di tensione. L’ingresso della scuole non è il luogo dove discutere, questa situazione non deve ricadere sui bambini. Ribadisco la mia disponibilità a incontrare queste famiglie». Dalla scorsa settimana è in attesa di risposta da vari comitati. Più che da militanti no vax, la maggior parte dei mille potrebbe tuttavia esser composta da genitori terrorizzati dalla loro propaganda. L’assessore regionale Giulio Gallera, augurandosi che «nessuno resti fuori», ricorda la «quarantena» che li porterà a colloquio con esperti e, se si convinceranno, a vaccinazione, con rientro all’asilo entro fine ottobre.

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