Vaccini, dottore rischia radiazione. E va al "processo" con la claque

Presidio anti-obbligo per Dario Miedico. L'Ordine blinda il verdetto

Dario Miedico con i suoi sostenitori prima dell'udienza (Newpress)

Dario Miedico con i suoi sostenitori prima dell'udienza (Newpress)

Milano, 21 maggio 2017 – La discussione è durata ore, ieri, nella sede dell’Ordine dei medici di Milano in via Lanzone. All’ordine del giorno c’erano diversi procedimenti disciplinari, ma uno era delicato: Dario Miedico, iscritto da 51 anni, rischia la radiazione come stabilito dalla Federazione per i medici che violano la deontologia consigliando di non vaccinarsi (ad eccesione di casi clinici scientificamente provati).

L’Ordine di Treviso l’ha fatto un mese fa col cardiologo Roberto Gava. Quello di Milano ha sentito il bisogno di proclamare, con una nota, che «non potrà in alcun modo rendere note» le decisioni di ieri «finché non saranno definitive e comunicate agli interessati». Miedico, 76 anni, un passato ospedaliero («Al San Paolo dirigevo il laboratorio di analisi»), è un medico legale specializzato in perizie nelle cause sui danni da vaccino. È noto per le sue posizioni, espresse in Rete, in trasmissioni tv e radiofoniche, convegni (anche in Regione, mentre a marzo un appuntamento alla Statale è saltato per le polemiche): mai nettamente contro i vaccini ma concentrate sui loro presunti svantaggi e dubbi sulle vaccinazioni pediatriche di massa.

La commissione l’ha ascoltato per tre quarti d’ora. «Sono contento perché ho potuto parlare. Mi hanno fatto domande anche intelligenti, ho risposto bene», dice all’uscita, precisando che non accetterà niente meno di un’archiviazione senza impugnare. «Mi faranno sapere tra un paio di giorni». Il riserbo preventivo dell’Ordine, all’indomani del decreto del Governo che aumenta da 4 a 12 le vaccinazioni obbligatorie, impedisce di iscrivere chi non le fa ad asili e materne e prevede multe fino a 7.500 euro per i genitori nella scuola dell’obbligo, arriva dopo settimane di pressing organizzato delle associazioni che si proclamano «non contro i vaccini ma contro l’obbligo, per la libera scelta terapeutica». Ieri mattina c’erano duecento persone in presidio fuori dal metrò di Sant’Ambrogio. Solo una quarantina si sono fermate nel pomeriggio: «Mi hanno spostato la convocazione quando ormai era tutto organizzato», si rammarica Miedico, circondato con applausi e cori da famiglie con bambini. «Il nazismo è tornato», si legge su uno striscione: il dottore è equiparato a Falcone e Borsellino e a Gesù («Personaggi scomodi: eliminati!»). Il sole picchia, una sessantenne si sente male e accetta il soccorso di un’ambulanza. Le mamme spiegano ai giornalisti che l’allarme dell’Oms sul morbillo «è un’invenzione della politica». «Difendiamo la ragione dalla Santa Inquisizione», «Se c’è rischio d’errore decide il genitore», scandiscono in girotondo. Volantinano i passanti, ci provano inutilmente anche con Ida Salvo, fino a due mesi fa primaria della Rianimazione del Buzzi. Lì, su 500 bambini l’anno, «ne arrivano un centinaio con polmoniti gravissime da pneumococco. Può provocare anche la meningite, in casi rari ma meno rari rispetto al meningococco, nei primi due anni di vita. Spesso sono bambini non vaccinati. O immunodepressi che non si possono vaccinare, e sono stati contagiati. Per loro dovrebbero decidere i genitori degli altri?»

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