Truffe telefoniche agli anziani, 15 arrestati: avevano pure call center all'estero/ VIDEO

Per individuare le vittime scaricavano le rubriche telefoniche da internet e sceglievano i nomi di una volta. Al telefono simulavano la voce del familiare in difficoltà

Frame video truffe agli anziani

Frame video truffe agli anziani

Milano, 19 ottobre 2017 - Sono stati arrestati, tra Milano e Novara,15 persone, 10 italiani e 5 polacchi di origine rom lovari, con l'accusa di associazione per delinquere finalizzata alla truffa nell'ambito di un'inchiesta coordinata dalla Procura milanese con al centro "numerosissime truffe tentate o consumate" agli anziani che venivano contattati telefonicamente da un finto parente in difficoltà e venivano convinti a sborsare cifre fino a 8mila euro e, in alcuni casi, anche a cedere gioielli. 

L'INDAGINE - L'indagine è nata dall'arresto nel settembre 2015 di uno dei componenti del gruppo criminale, trovato in possesso di numerosi cellulari. Dai dati delle sim e dai contatti contenuti nei telefoni si è risaliti all'attività della banda che aveva la  mente in Polonia e il braccio operativo che riscuoteva il denaro in Italia. I 20 casi accertati nell'inchiesta milanese riguardano truffe comprese tra un minimo di 300 e un massimo di 8mila euro. Un'indagine particolarmente complessa perché, come ha spiegato il pm Giancarla Serafini, i componenti della banda usavano schede telefoniche false, intestate a stranieri oppure a persone fittizie, attivate e dismesse nel giro di pochi giorni. E per spostarsi usavano auto con targhe false o straniere.

LE VITTIME - Gli anziani, è stato riferito dagli inquirenti, venivano individuati scaricando le rubriche telefoniche da internet e "concentrando l'attenzione su alcuni particolari come i nomi che fanno tornare al passato come Pierina, Giuseppina o Celestina". Le vittime, per trovare il denaro, nella maggior parte dei casi dovevano effettuare prelievi bancomat o direttamente allo sportello. In molti casi sono stati gli stessi istituti di credito a segnalare all'autorità giudiziaria prelievi sospetti. 

LA TECNICA - La banda agiva secondo il collaudato meccanismo del finto parente in difficoltà. Una parte delle persone arrestate risiedeva in Polonia e aveva organizzato un vero e proprio call center. Al telefono spiegavano alle vittime, in gran parte milanesi e alcune anche in Svizzera, che un loro stretto parente era in difficoltà, in genere per un incidente, e invitavano quindi l'anziano a dare tutto quanto aveva immediatamente disponibile a un uomo che si sarebbe presentato a breve in casa o in un luogo prestabilito. Per essere più convincenti, secondo l'inchiesta, sono arrivati a simulare la voce del familiare al telefono, che dava istruzioni su come comportarsi. Una volta convinta la vittima a sborsare il denaro, entravano in scena i cosiddetti esattori: rom lovari con compiti operativi che si recavano dai truffati a riscuotere.

L'ASSESSORE - "I truffatori seriali di anziani sono delinquenti che colpiscono l'autostima dei nostri cari, e io l'ho vissuto con mio padre - ha raccontato l'assessore alla Sicurezza Carmela Rozza -. Viene meno l'equilibrio di serenità mentale e l'invecchiamento si fa più rapido. L'anziano percepisce la sua debolezza". L'assessore, impegnata nella diffusione della campagna "Assicurami" rivolta proprio agli anziani, sempre più spesso vittime di raggiri, sottolinea come "tutte le forze dell'ordine, a partire dalla polizia locale, si occupano quotidianamente di prevenzione nelle parrocchie e nei luoghi frequentati dagli anziani".

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