La gran truffa dello "sceicco di Rho": paga due anelli con un milione falso

Sinti di 41 anni indagato a Genova: i venditori lo credevano emiro

Lo sceicco

Lo sceicco

Milano, 11 ottobre 2016 - A Porto Cervo si muoveva in Rolls Royce, circondato da attendenti e guardie del corpo, il capo coperto dalla keffiyeh come gli emiri e degli emiri quella sicurezza nel maneggiare cifre a sette zeri che può profumare solo di petrodollari. In effetti così si presentava: Mohamed Al Ghurair, sceicco del Qatar. Invece all’anagrafe farebbe Gagliardi Umberto, 41 anni di Rho, e sarebbe il primattore di una banda di nomadi sinti sparsa tra Piemonte, Lazio e Lombardia che più dei Soliti ignoti, per abilità e spavalderia nel pensare in grande, ricorda gli Ocean’s Eleven di George Clooney. Avrebbero fregato nientemeno che una coppia di rappresentanti della Chopard, quelli svizzeri dei gioielli e degli orologi di stralusso. La storia, raccontata ieri dal quotidiano ligure Il Secolo XIX, finisce a Genova in settembre ma comincia a luglio in Costa Smeralda. Precisamente al Prestige Village by Harrods: una specie di mercatino per miliardari, che vende borsette di Valentino, pellicce e Maserati in box allestiti dirimpetto ai megayacht attraccati al Molo Vecchio di Porto Cervo. Lì, all’emiro sedicente, casca l’occhio su un paio d’anelli con solitario in oro bianco, tempestati di diamanti, prezzo di listino un milione di euro. "Un regalo per le mie mogli", sfoggia con nonchalance. Assicura il pagamento in contanti, dà appuntamento ai commercianti due mesi più tardi a Genova per chiudere l’affare, se ne va sulla Rolls circondato dal suo staff. Che all’anagrafe corrisponderebbe a Radosavljevic Daniel da Torino, 32 anni; Jovanovic Daniel da Varese, 32; Jovanovic Patrick da Roma, 25, secondo il pm di Genova Marcello Maresca che ha appena chiuso l’inchiesta e li ha indagati tutti per truffa aggravata insieme al Gagliardi-Al Ghurair. I rappresentanti di gioielli svizzeri comunque non sospettano, anzi, per l’appuntamento prenotano la suite di un hotel di lusso in centro, preoccupati di non sfigurare con lo sceicco. Non si preoccupano, invece, di controllare oltre la prima banconota da 500 euro di ogni mazzetta consegnata dagli “arabi” prima d’infilarle nelle loro valigette. E fanno male, perché tutte le altre sono più false del petrolio di Rho, c’è scritto addirittura "fac-simile": oltre al danno la beffa. Ma se ne accorgono solo a casa, quando emiro e staff sono ormai svaporati con gli anelli.

C'è voluta l’abilità del nucleo investigativo dei carabinieri di Genova per scovare i presunti responsabili, abilissimi anche nel non lasciar tracce. Solo un bicchier d’acqua incautamente bevuto da uno della banda nella suite, lasciandoci il suo Dna. Un Dna con precedenti, noto alle forze dell’ordine. Da lui sono risaliti al resto della banda. Fino a scoprire l’esistenza dell’Emirato di Rho. 

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