Treno deragliato a Pioltello, gli interminabili minuti di terrore dei passeggeri

Fin da subito viaggiatori e macchinista si sono accorti di cosa stava succedendo, ma non è servito a nulla

Il treno deragliato a Pioltello

Il treno deragliato a Pioltello

Milano, 25 gennaio 2018 - Andava al lavoro, la stragrande maggioranza dei circa 350 passeggeri del treno regionale Cremona-Milano. Solo che questa mattina al lavoro non ci sono arrivati. E tre di loro non arriveranno più a Milano, Porta Garibaldi, dov'era diretto il treno regionale 10452, partito da Cremona alle 5.32 e deragliato alle 6.57 a Seggiano di Pioltello. La speranza che almeno le tre vittine del disastro ferroviario stessero sonnecchiando a quell'ora del mattino e magari non si siano accorte di quanto stava accadendo svanisce di fronte alle parole del papà di Giuseppina Pirri, 39 anni, la vittima più giovane, di Cernusco sul Naviglio ma residente a Capralba (Cremona). "Mamma aiuto! Il treno è deragliato". Questa l'ultima disperata telefonata a casa prima dello schianto. "Mia moglie le ha detto scappa, ma poi c'è stato solo il silenzio", ricorda tra le lacrime, papà Pietro davanti all'obitorio. 

Le altre due vittime sono Pierangela Tadini, 51enne originaria di Caravaggio ma residente a Vanzago (Milano) e Ida Milanesi, 62enne, originaria di Caravaggio. Tre donne che hanno lasciato la loro vita tra le lamiere contorte di una carrozza, la numero tre, uscita dai binari e finita contro un paletto di cemento. Negli occhi di sopravvissuti e soccorritori, l'orrore delle lamiere mischiate al sangue, l'eco dei lamenti dei feriti, seduti sgomenti sulla massicciata, i più gravi adagiati su barelle e portati via. "Abbiamo strisciato fino all'uscita, sbloccata dai soccorritori - ricorda uno dei sopravvissuti -. Solo quando siamo usciti fuori dalla carrozza ci siamo resi conto di quanto accaduto: c'erano feriti che si lamentavano ovunque". 

I feriti sono a decine. Quelli gravi in tutto 4, ma nessuno in pericolo di vita. Le testimonianze si rincorrono. Emergono storie agghiaccianti: i passeggeri si sono resi conto di quanto stava accadendo almeno un chilometro prima del deragliamento, quando le carrozze centrali, uscite dai binari, hanno iniziato a stridere lasciandosi dietro una paurosa scia di scintille (documentata dalle telecamere della stazione di Pioltello) e facendo tremare e sobbalzare il treno. Anche il macchinista si è reso conto di quanto stava accadendo ed ha azionato il freno, ma non è servito a fermare la corsa dei tre vagoni centrali.

Il resto è la cronaca di un'imponente macchina dei soccorsi che, come spesso accade in tragedie evitabili, ha saputo dar prova della migliore Italia, pronta ad accorrere e a lavorare senza sosta fin quando l'ultimo passeggero non fosse stato estratto dalle lamiere contorte e arruginite. Ed è la cronaca del balletto di responsabilità, dei veleni politici in salsa elettorale, delle inchieste aperte a tempo di record (in questo caso per disastro ferroviario colposo) e delle risposte che ora i familiari delle vittime attendono. Magari in tempi brevi. Di certo restano i disagi per i pendolari, e non solo nella giornata di oggi, visto che la tratta è stata posta sotto sequestro fino a quando lo riterrà l'autorità giudiziaria, con le inevitabili ripercussioni sul traffico ferroviario. Di certo resta la paura. E da oggi una maggiore insicurezza per i pendolari. 

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