Bracconaggio e allevamenti In Lombardia si fanno affari

Dati inquietanti dal rapporto Zoomafie della Lav

Ciro TroianoIN CAMPO Sul posto l’elicottero dell’Areu

Ciro TroianoIN CAMPO Sul posto l’elicottero dell’Areu

Nicoletta Pisanu

MILANO

GATTI e cani di razza acquistati per pochi soldi all’estero e rivenduti a cifre elevate in Italia.

Scommesse clandestine sulle corse di cavalli, cani e galli costretti a combattere fino alla morte.

Un giro d’affari di milioni di euro, sulla pelle di chi non può parlare per difendersi. Gli animali, alla criminalità organizzata rendono. E i reati legati alla fauna sono in aumento. Lo si deduce dai dati raccolti dall’Osservatorio nazionale Zoomafia della Lav – Lega anti vivisezione, che ha pubblicato il report 2016 relativi ai dati dell’anno precedente. L’associazione ha chiesto alle 140 Procure ordinarie e alle 29 presso i Tribunali per i Minori dati relativi al numero dei procedimenti per i reati di uccisione di animali, maltrattamento di animali, spettacoli e manifestazioni vietati, combattimenti e competizioni non autorizzate tra animali, uccisione di animali altrui, abbandono, reati venatori e traffico illecito di animali da compagnia.

IL BILANCIO dell’attività di indagine è pesante: «Il totale dei procedimenti nel 2015 per i reati a danno degli animali, per il campione del 67% delle Procure ordinarie è di 6442, con 3884 indagati. Nel 2014 furono 5065 (2312 a carico di noti e 2753 a carico di ignoti) con 2980 indagati, ma su un campione inferiore: il 57% delle Procure», denuncia il report dell’associazione. Il reato più contestato è quello di maltrattamento: «E non si conta il numero oscuro, notevolissimo in questo ambito, perché semplicemente la vittima, in questo caso l’animale, non può denunciare», racconta il criminologo Ciro Troiano, che ha redatto il report. In Lombardia spicca il dato relativo alla Procura di Brescia, che da sola, si legge nel report, «conta il 7% di tutti i procedimenti per reati a danno di animali del campione delle Procure esaminate nel 2015» con 456 procedimenti e 340 indagati: «Fortissimo è il problema relativo alla legalità nel mondo della caccia e di conseguenza aumentano anche i dati – sottolinea Troiano -. La provincia di Brescia è soggetta a episodi di bracconaggio della fauna selvatica, per la caccia abusiva rappresenta un hotspot grave a livello internazionale. Questo è dato da un’atavica tradizione di bracconaggio sul territorio».

IN GENERALE, in Lombardia i reati più diffusi legati agli animali sono il traffico di fauna selvatica, il commercio illecito di cuccioli e i combattimenti. Il traffico illecito di cuccioli si configura quando l’importazione dall’estero non rispetta la normativa in materia. Non è illegale importare un cagnolino dall’Est Europa, se la documentazione è in regola, ma talvolta si riscontrano violazioni nell’ambito di traffici internazionali abusivi: «La settimana scorsa, a Napoli sono stati sequestrati otto milioni di euro a soggetti dediti a ciò – afferma Troiano -. In cinque anni si stima avessero importato illegalmente 36mila cuccioli». Acquistati a venti o trenta euro, cuccioli di razza vengono rivenduti in Italia a cifre dai 500 ai 1.200 euro, soprattutto sul web, dove può capitare di imbattersi in musetti in vendita per quelle cifre, con un numero di telefono, una descrizione sommaria e poche certezze sulla loro provenienza.