Tettamanzi, "Vescovo delle periferie, semplicità e presenza oltre le visite ufficiali"

Il ricordo dei parroci di frontiera sul cardinale

Dionigi Tettamanzi

Dionigi Tettamanzi

Milano, 6 agosto 2017 - Milano piange il cardinale Dionigi Tettamanzi, morto ieri mattina a 83 anni. Il cardinale brianzolo dall’aspetto di «parroco di campagna» è sempre stato il benvenuto nei quartieri, presente non soltanto in occasione delle visite ufficiali ma anche nella quotidianità. Tanto che spesso telefonava e si preoccupava di far sentire la sua presenza.

Dal mondo delle periferie, dalle chiese di frontiera, arrivano frammenti di ricordi e aneddoti raccontati da sacerdoti e fedeli che hanno ancora negli occhi «la figura di questo sacerdote semplice», che tra gli ultimi si sentiva a casa. Che raccogliendo il testimone di Carlo Maria Martini si è calato dentro le pieghe della città, attento ai problemi delle famiglie e in prima linea a supporto delle minoranze. «Ricordo il viaggio diocesano in Romania, a settembre 2003, in visita alla Chiesa ortodossa. Sono stati otto giorni intensi, in cui ho avuto modo di apprezzare la sua grande umanità e intelligenza», esordisce padre Giuseppe Bettoni, fondatore di Arché onlus a fianco di bambini e mamme in situazioni di disagio sociale, allora parroco di Sant’Angela Merici di via Cagliero, gemellata con una parrocchia di Bucarest. «Il viaggio fu un segnale importante per il gemellaggio ecumenico tra cattolici e ortodossi. L’arcivescovo ha sostenuto la realizzazione di una casa di accoglienza per bambini di strada e ha voluto fare visita alla parrocchia gemellata con la nostra lasciando in dono un frammento delle reliquie di Sant’Ambrogio».

Altro incontro importante, quello del 2009, «in occasione dei 50 anni della parrocchia. «Il cardinale Tettamanzi ha voluto che ci fosse la processione eucaristica guidata da lui». Un ricordo lo regala anche don Renzo Marnati, parroco di Santo Curato d’Ars, via Giambellino. «È venuto a visitarci nel 2008. Un momento solenne ma nello stesso tempo semplice, come il suo modo di fare incentrato sulla condivisione e la presenza». L’annoprima «quando un uomo fece irruzione nella nostra chiesa, rovesciando statue e suppellettili, Tettamanzi fu tra i primi a telefonarmi per sincerarsi che stessimo bene». Vicinanza anche ai fedeli della Comasina, quando nel 2008 morì il parroco don Giampaolo Gastaldi. «Ai suoi funerali ha fatto sentire la presenza di tutta la Diocesi in questa parrocchia di periferia», dice don Aurelio Frigerio. Vicino anche ai giovanissimi, «è venuto personalmente a inaugurare la palestra dell’oratorio».

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