Tassista ucciso dopo una lite a Milano, appello conferma 10 anni per l'aggressore

L'accusa aveva chiesto una pena più alta, 13 anni di carcere, sostenendo che Righi avesse agito per futili motivi

Rilievi dei Ris in via Morgagni, dove è stato aggredito il tassista

Rilievi dei Ris in via Morgagni, dove è stato aggredito il tassista

Milano, 2 febbraio 2016  -  La Corte d'Assise d'appello di Milano, presieduta da Sergio Silocchi, ha confermato la pena di 10 anni di carcere per Davide Guglielmo Righi accusato di omicidio preterintenzionale per aver provocato la morte, nel febbraio 2014, del tassista milanese Alfredo Famoso, che aveva battuto la testa a terra dopo essere stato colpito con una confezione di bottiglie d'acqua in seguito ad un'aggressione per una banale lite di viabilità. 

Famoso, stando a quanto emerso dalle indagini, non aveva dato la precedenza a Righi, consulente informatico di 50 anni che camminava sulle strisce pedonali in via Morgagni, a Milano, con la moglie incinta di nove mesi. Da qui era nato il litigio che aveva portato poi alla letale aggressione da parte di Righi nei confronti del tassista, i cui familiari sono parti civili assistiti dal legale Danilo La Monaca. 

L'accusa, rappresentata dal sostituto pg Federico Prato, aveva chiesto una pena più alta, 13 anni di carcere, sostenendo che Righi avesse agito per futili motivi e che fosse recidivo, dati i suoi precedenti penali per furto, violenza privata, molestie, disturbo alle persone e ingiuria. Richiesta a cui si è associata anche la parte civile. La sentenza di primo grado, tuttavia, è stata modificata solo nella parte che riguarda le provvisionali alle parte civili, che sono state ricalcolate prevedendo 130 mila euro per la moglie di Famoso, 100 mila euro per ognuno dei due figli e 50 mila euro per i due fratelli...

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