Esplosione via Brioschi: a una sfollata data casa senza cucina né letti

Ligia ha abitato al civico 65 di via Brioschi per undici anni. Fino al 12 giugno, quando il suo appartamento è stato sventrato e ridotto in macerie dall’esplosione...

Ligia Albescu

Ligia Albescu

Milano, 22 luglio 2016 - Ha abitato al civico 65 di via Brioschi per undici anni. Fino al 12 giugno, quando il suo appartamento è stato sventrato e ridotto in macerie dall’esplosione provocata da Giuseppe Pellicanò, ora in carcere. Una fuoriuscita di metano non accidentale ma meditata e voluta, come ha ammesso lo stesso 51enne davanti al gip. Lei, Ligia Albescu, 61 anni, abitava proprio di fronte ai Pellicanò, sullo stesso pianerottolo, al terzo piano della scala C, insieme alla figlia, al marito della figlia e ai due nipoti: un ragazzo di 16 e una ragazza di 13 anni. Ligia e la sua famiglia sono tra gli "sfollati" di via Brioschi. Non gli unici, certo. Ma ieri il loro caso è stato portato all’attenzione dell’attivissima social street "Residenti in San Gottardo, via Meda e dintorni...". Sì, perché Ligia e i suoi ora sono ad un bivio: potranno continuare a stare al "Quark Hotel Due" di via Lampedusa fino al 27 luglio, ancora per quattro giorni. Poi dovranno accettare l’appartamento che il Comune propone loro. Lo hanno visto ieri: è un trilocale, un appartamento popolare, uno di quelli che Palazzo Marino ha affidato a Metropolitana Milanese (Mm). Peccato, però, che sia completamente vuoto: "Ci sono solo i muri, il pavimento e i sanitari, punto» spiega Ligia. «Non c’è neanche un piccolo piano cottura, neanche un mobile, i contratti per corrente elettrica e acqua sono tutti da fare". Ad una famiglia che ha perso tutto, hanno dato una casa tutta da arredare. "Io non ho i soldi per comprare una cucina nuova, le camere da letto per me, mia figlia e i miei nipoti" dice Ligia. Lei fa la domestica, la figlia pure. Lavorano solo loro due. L’affitto del trilocale è fissato a 600 euro più spese, al momento non quantificate. "Ma io in via Brioschi pagavo 500 euro di canone, spese incluse".

In aggiunta l’appartamento assegnato agli Albescu da Comune e Metropolitana Milanese si trova al decimo piano di via Beniamino della Torre, tradotto: quartiere di Quarto Oggiaro. Rispetto a via Brioschi siamo all’estremo opposto della città: dalla periferie sud-ovest alla periferia nord. I ragazzi, però, vanno a scuola vicino a via Brioschi e anche Ligia e sua figlia lavorano nel quartiere dove hanno vissuto fino a quel 12 giugno. Da qui la richiesta lanciata tramite social street: c’è qualcuno in grado di offrire alla famiglia Albescu un alloggio sufficientemente arredato e ad un canone nell’ordine di quello da loro corrisposto fino a un mese fa in via Brioschi? "Io non vorrei rifiutare l’appartamento di via Beniamino della Torre perché non ho alternativa– precisa Ligia –. Ma come faccio a far fronte a tutte quelle spese di arredo? Non ho tanti soldi e dall’esplosione non sono riuscita a salvare alcun mobile. Chiedo un aiuto in questo senso, mi diano almeno un fornello dove cucinare...". Una situazione purtroppo non isolata, quella di Ligia.

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