Spie, raid e morti derubati. Fra le case popolari nasce la squadra 'antisciacalli'

Mm interviene subito dopo il decesso dell’inquilino

DECISI L’apertura di un alloggio da parte di due addetti schierati da Mm per la squadra «anti-sciacalli» nei quartieri popolari della città (Newpress)

DECISI L’apertura di un alloggio da parte di due addetti schierati da Mm per la squadra «anti-sciacalli» nei quartieri popolari della città (Newpress)

Milano, 24 gennaio 2017 - Una squadra «antisciacalli» nelle case popolari, per verificare a tempo record l’eventuale presenza di oggetti di valore lasciati da inquilini defunti e custodirli finché non si rintracciano gli eredi. Questa è una delle missioni degli uomini della Sicurezza MM, che gestisce i caseggiati di proprietà del Comune. Infatti nei quartieri popolari - San Siro, Giambellino e Corvetto in testa - le case sono tenute sott’occhio da «spie»: persone che sanno esattamente quando colpire. Che sanno quando una casa è stata lasciata vuota, quindi è il momento giusto per sfondare una porta, che sia per occupare l’alloggio o per razziarlo. O per entrambi i motivi. Non a caso, il controllo delle case popolari è uno dei cavalli di battaglia della criminalità.

Ecco, compito della squadra ad hoc è fermare gli sciacalli e rimettere al più presto nel circuito delle assegnazioni le case rimaste libere. E anche se è difficile che in un alloggio popolare abbia vissuto un nababbo, è anche vero che non si può mai sapere cosa ci sia nei locali abitati da una stessa persona magari per oltre mezzo secolo. Quando MM ha preso in carico, a dicembre 2014, gli alloggi del Comune raccogliendo il testimone da Aler, quelli lasciati vuoti da inquilini deceduti, e rimasti sfitti, ammontavano a circa 300 unità. Un dato affiorato in un momento successivo, dopo analisi e controlli. E molti erano stati saccheggiati oppure occupati abusivamente.

Ora come si procede? «Abbiamo creato un protocollo ad hoc – spiega Armando Sozzi, responsabile Sicurezza MM –. Quando un inquilino Erp (Edilizia residenziale pubblica) viene a mancare e, contestualmente non è possibile rintracciare in tempi certi parenti del defunto, MM organizza un intervento nell’alloggio interessato con le forze di polizia locale per cristallizzare la situazione e verificare, in modo oggettivo, la presenza di valori». Una volta effettuato il sopralluogo - sempre con la presenza della polizia locale - e raccolto un eventuale «tesoro», gli eventuali eredi vengono rintracciati e messi al corrente di quanto trovato. L’annuncio compare anche sull’Albo pretorio. Dopodiché, se nessuno si presenta a ritirare quanto custodito, il patrimonio viene consegnato al Comune (proprietario della casa). Prima, oltre allo sciacallaggio, c’era il rischio che i beni finissero in un magazzino a spese della collettività anche per dieci anni (secondo il diritto di successione, il diritto di accettare l’eredità si prescrive dopo dieci anni dalla morte del defunto). «Così la tutela è doppia – sottolinea Sozzi –: avviene sia nei confronti degli eredi e sia nei confronti della collettività, perché l’alloggio viene subito liberato con la prospettiva di essere riassegnato a chi ne ha diritto, senza che si perda per anni nei meandri della burocrazia».

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