Smantellato il 'drive-in' della droga, 18 arresti tra Milano e Pavia / VIDEO

I pusher sfruttavano la copertura della fitta vegetazione e usavano i canali di irrigazione per spostarsi e raggiungere i clienti ai bordi delle strade provinciali 114 e 162

Scoperto drive-in dello spaccio (Newpress)

Scoperto drive-in dello spaccio (Newpress)

Milano, 20 febbraio 2017 - Blitz antidroga dei carabinieri del comando provinciale di Milano, questa mattina, nelle province di Milano, Alessandria, Biella, Pavia, Vercelli,  che ha portato all'arresto di 18 pusher, appartenenti a un gruppo criminale dedito allo spaccio di sostanze stupefacenti, attivo nel sud-ovest milanese e in particolare nei campi di Cusago. Stando alle indagini, gli spacciatori sfruttavano la copertura della fitta vegetazione e usavano i canali di irrigazione per spostarsi e raggiungere i clienti ai bordi delle strade provinciali 114 e 162. 

Nel gennaio 2016, i Carabinieri della Stazione di Trezzano sul Naviglio, raccolte numerose segnalazioni da parte dei residenti relative all'incessante via vai di autovetture nelle aree adiacenti le due principali strade provinciali della zona (S.P. 162 e S.P. 114), hanno avviato le indagini, condotte anche con l'ausilio di attività tecniche.  La tecnica messa a punto permetteva agli spacciatori di agire in apparente tranquillità, sfruttando la naturale copertura offerta dalla fitta vegetazione: gli addetti alla ricezione telefonica degli ordini passavano la "commessa" agli incaricati alla suddivisione e pesatura dello stupefacente. Questi ultimi, con appositi bilancini preparavano le dosi (in mezzo ai campi) che venivano poi distribuite ai pusher veri e propri, i quali, sfruttando i canali d'irrigazione, raggiungevano le vicine arterie di comunicazione provinciali, dove rifornivano i clienti direttamente a bordo delle proprie autovetture. Gli acquirenti, in attesa dell'evasione del rispettivo "ordine", davano vita a vere proprie code, come in una sorta di "drive-in" dello spaccio. . Per chi arrivava a piedi alla stazione di Trezzano era stato organizzato un servizio navetta: un italiano andava a prendere i tossici con la sua auto e li riaccompagnava.

I ruoli dei singoli erano ben definiti: 7 marocchini e 2 italiani si dedicavano all'attività di spaccio nei campi; 3 marocchini provvedevano al rifornimento dello stupefacente; un italiano fungeva da autista per gli spacciatori dalle rispettive abitazioni ai luoghi di smercio e, infine, altri 5 italiani si approvvigionavano dello stupefacente nei campi per poi spacciare in proprio a Milano e Vercelli.  Il giro dei clienti, che raggiungeva anche le 50 unità al giorno, era composto da persone di tutte le estrazioni sociali, compresi manager d'azienda e impiegati, provenienti sia dal milanese che da diverse province piemontesi e lombarde (Alessandria, Como, Novara, Pavia, Varese, Vercelli).  Nelle intercettazioni registrate si scopre che l'eroina era chiamata "brutta" o "nera", la cocaina "bella" o "bianca". C'è una conversazione in cui un cliente italiano che era solito andare a comprare l'eroina assieme al figlio minorenne, chiede a un pusher di non vendere la droga alla moglie. Lo spacciatore gli risponde che quello è il suo mestiere e che se potesse la venderebbe anche al padre dell'italiano.

Nel corso dell'attività d'indagine erano stati già effettuati 7 arresti in flagranza di reato e sequestrati circa 30mila euro e oltre 4 chili tra cocaina ed eroina che, qualora immessi sul mercato, avrebbero fruttato oltre 250mila euro. "La qualità della droga era buona - raccontano gli investigatori - Il prezzo era di 60 euro al grammo per la cocaina e 20-25 per l'eroina". Oggi i militari hanno eseguito un'ordinanza per 18 persone, 11 marocchini e 7 italiani, di cui 14 sono finite in carcere e 4 ai domiciliari. La banda riusciva a vendere un chilo di sostanza, tra eroina e coca, alla settimana.

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