Svelati l'archivio e i segreti del banchiere Sindona

Duecento metri quadri lineari e quasi 9mila fascicoli sulla storia della Banca Privata Italiana e l'attività del discusso finanziere

Il banchiere Michele Sindona

Il banchiere Michele Sindona

Milano, 11 ottobre 2016 - L’archivio della Banca Privata Italiana di Michele Sindona è stato riordinato e sarà ora possibile utilizzare anche queste carte per ricostruire le vicende legate alla bancarotta e alla successiva liquidazione dell’istituto presieduto dal discusso finanziere, ucciso nel 1986 da un caffè al cianuro nel carcere di Voghera. L’archivio è oggi conservato dalla Camera di commercio di Milano per conto dell’Archivio di Stato di Milano. In questi anni la stessa Camera di commercio e il Centro per la cultura d’impresa si sono occupati del riordino e del recupero dell’intero archivio. E per il prossimo anno è pronto un finanziamento per una borsa di studio. “Michele Sindona. Una storia di banche, intrighi e potere” è il titolo di una tavola rotonda alla quale interverranno Antonio Calabrò (Vicepresidente del Centro per la cultura d’impresa), Giuseppe De Luca (Università degli studi di Milano), Marco Magnani (Banca d’Italia), Mario Sarcinelli (economista), Giuliano Turone (magistrato e giudice emerito): si terrà a Palazzo Affari ai Giureconsulti, piazza Mercanti 2, domani alle 10 Verrà distribuito un estratto della rivista “Il Mulino” su Sindona. 

“Questo archivio, grazie al suo riordino, rappresenta una nuova fonte di informazioni utili per la ricostruzione di una particolare vicenda storica del nostro Paese – ha dichiarato Alberto Meomartini, vice Presidente della Camera di commercio di Milano -. La sua riscoperta è, in un certo senso, anche la conferma del ruolo della Camera di commercio, di custode della memoria delle imprese. Al di là della sua funzione amministrativa, il Registro delle imprese conserva i documenti più significativi che ogni impresa produce durante la sua esistenza, è il contenitore della memoria economica delle società.” Sono 200 metri lineari di documenti,  8.944 fascicoli, 6.300 dei quali riguardano l’attività delle banche che nel 1974 divennero Banca Privata Italiana, i rimanenti l’attività liquidatoria comprendente anche le relazioni di Giorgio Ambrosoli (ucciso proprio per il suo lavoro di trasparenza dopo il crac) e di coloro che seguiranno al suo omicidio, gli interrogatori e gli atti di una miriade di società di facciata dell’universo Sindona.

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