Fisco, nuovi guai per Simona Ventura: "Ha smesso di pagare il debito tributario"

Lo ha reso noto il pm, nell'ambito del processo milanese a carico della conduttrice, depositando una nota dell'Agenzia delle Entrate

Simona Ventura

Simona Ventura

Milano, 17 gennaio 2020 - Simona Ventura «ha smesso di pagare» il debito tributario con tanto di «decadenza» per lei «dal beneficio della rateizzazione» dello stesso debito. Lo ha fatto presente oggi in aula il pm di Milano Silvia Bonardi, depositando una nota dell'Agenzia delle Entrate di ottobre, nel processo milanese a carico della conduttrice tv accusata di evasione fiscale, per fatti tra il 2012 e il 2015, per circa 500mila euro.

«Non è stata in grado di andare avanti», ha risposto il consulente della difesa al pm che, davanti al giudice della seconda penale, ha chiesto il motivo di questa interruzione dei pagamenti rateizzati del debito verso l'Agenzia delle Entrate. Uno stop che, come chiarito in aula, comporta poi che si debba pagare tutto il debito, non più a rate, e con le sanzioni. Secondo l'inchiesta della Guardia di finanza, la conduttrice avrebbe fatto confluire parte dei suoi ricavi e addebitato parte dei suoi costi a una società, la Ventidue srl. Tra i costi anche quelli per parrucchiere, fiori e gastronomia.

Il pm in aula ha ricordato che sul fronte amministrativo-tributario Simona Ventura aveva dato l'ok ad un «accertamento con adesione» dell'Agenzia delle Entrate e con un piano di rateizzazione aveva iniziato a risarcire il debito. Poi, però, l'Agenzia delle Entrate, con una nota del 16 ottobre scorso, depositata oggi al giudice Sandro Saba, ha spiegato alla Procura che l'ex conduttrice ha smesso di pagare "il 31 maggio scorso". "Non è stata in grado di andare avanti", ha spiegato un commercialista, consulente della difesa, rispondendo a una domanda del pm. Lo stesso consulente, rispondendo in precedenza alle domande degli avvocati Jacopo Pensa e Federico Papa, legali di Ventura, ha parlato di un "accertamento cattivo" da parte della Gdf in questa indagine.

Secondo l'inchiesta, tra il 2012 e il 2015 la conduttrice avrebbe fatto confluire parte dei suoi ricavi e addebitato parte dei costi (anche per 80 t-shirt e per spese di trucco) alla Ventidue srl quando, invece, avrebbe dovuto computare tutto, sia le entrate che le uscite, nella sua dichiarazione dei redditi come persona fisica. Da qui l'accusa di "dichiarazione infedele dei redditi". In particolare, al centro dell'indagine ci sono i compensi relativi ad alcuni contratti, siglati soprattutto con emittenti televisive, sullo sfruttamento dei diritti di immagine per la sua attività professionale. Contratti cosiddetti sdoppiati, molto comuni nel settore soprattutto fino a qualche anno fa, con una porzione dei compensi pagata direttamente agli artisti e un'altra parte a società a loro riconducibili. Per un avvocato che si è occupato di questi contratti, sentito come teste della difesa, la conduttrice, però, "non era a conoscenza degli aspetti fiscali". Un'altra commercialista, sempre testimone, ha chiarito, in sostanza, che è normale che la società (per l'accusa fittizia) che si occupa dei diritti di immagine dell'artista si accolli "questo tipo di costi".

Nella prossima udienza del 18 marzo verrà ascoltata una collaboratrice di Ventura (testimonianza richiesta dal pm e accordata dal giudice) e poi il 13 maggio, dopo dichiarazioni spontanee dell'imputata, ci saranno le conclusioni delle parti.

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