Avvelenati dalle sigarette dei detenuti, gli agenti vincono la guerra salutista

Bollate, il Tar condanna il Ministero a installare impianti di aerazione

BIONDE In carcere ci sono locali e celle “riservati” a detenuti fumatori; sotto, l’istituto di Bollate

BIONDE In carcere ci sono locali e celle “riservati” a detenuti fumatori; sotto, l’istituto di Bollate

Milano, 21 marzo 2017 - Gli agenti del carcere di Bollate vincono (in parte) la loro battaglia contro il fumo passivo: il ministero della Giustizia condannato a installare «adeguati impianti di aerazione nei locali destinati ai fumatori». La sentenza del Tar della Lombardia ha, invece, respinto la richiesta di risarcimento dei danni perché, secondo i giudici amministrativi, non basta «il generico riferimento alla privazione della serenità e tranquillità conseguente all’avere lavorato in un ambiente non salubre». Anche se, «restando sbigottiti, andremo davanti al Consiglio di Stato per sanare anche questo aspetto», promette Giuseppe Bolena, segretario regionale dell’Osapp (Organizzazione sindacale autonoma di polizia penitenziaria). Perché nel carcere milanese di Bollate «fin dall’apertura nel 2002 c’è stato un problema legato al fumo passivo – ricostruisce il sindacalista – ma la direzione lo ha sempre sottovalutato».

Sopralluoghi e diffide continue hanno convinto l’Amministrazione penitenziaria a firmare i primi ordini di servizio per mettere dei paletti. «Prima si fumava dappertutto nonostante la legge sui divieti fosse in vigore dal gennaio del 2005 e dovesse essere applicata, a maggior ragione, anche da tutte le amministrazioni dello Stato – continua Bolena –. C’erano fumo e mozziconi di sigaretta dappertutto e soltanto nel maggio del 2014 la direzione ha iniziato a mettere dei cartelli di divieto di fumo (anche se non a norma di legge) “nei locali utilizzati da tutta la comunità carceraria, dagli uffici ai corridoi, dalle salette della socialità a tutti gli spazi chiusi dell’istituto”, individuando anche i responsabili per i controlli». Qualcosa ha iniziato a muoversi ma con 9 anni di ritardo rispetto a quanto imposto dalla legge.

E sono arrivate anche le prime multe: 112 fra il 2015 e il 2016, 3 ad agenti di polizia penitenziaria, 4 al cosiddetto personale civile (amministrativi, educatori, volontari, medici e infermieri), le altre ai detenuti. Loro possono fumare anche nelle celle. In ogni sezione dell’istituto, un quarto è abitata da fumatori. Ci sono anche locali appositi ma, come confermato dal Tar, «non sono a norma». «Come Bollate, nessun altro carcere italiano ha impianti di aerazione in stanze per i fumatori – chiarisce Bolena –. Sarà un grosso problema metterli a norma tutti». E intanto, pur riconoscendo gli sforzi della direzione e il fatto che comunque nelle sue ispezioni semestrali l’Asl «non ha mai rilevato criticità legate al fumo e alla salubrità degli ambienti lavorativi», scrive il Tar, «noi continuiamo a respirare il fumo dei detenuti perché le celle sono aperte». Aspettando che l’Amministrazione penitenziaria rispetti la sentenza installando gli impianti per il ricambio dell’aria, «proseguiremo la nostra guerra fino al Consiglio di Stato».

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