"Bello, compro tutto il negozio": shopping arabo di lusso a Milano

Contatti per favorire acquisti da sceicchi nei tre mesi dopo il Ramadan

Settimana della Moda a Milano

Settimana della Moda a Milano

Milano, 25 febbraio 2017 - Gli arabi amano lusso e moda. E vanno pazzi per l’Italia. Così l’Arab fashion council fa shopping a Milano, ma mica solo di capi, anche di idee. Prendere il know how di chi la moda l’ha inventata, insieme a Parigi, e poi portarla a Dubai per una fashion week che punta ad essere punto di riferimento mondiale per il segmento extralusso. Jacob Abrian, 25 anni, è il giovanissimo ceo della Camera della moda che comprende i 22 Paesi della Lega Araba. 

Qual è il business della moda extralusso? «Fino al 2019 la spesa dei Paesi arabi per la moda del segmento di superlusso, il business, cioè sarà di 390 miliardi di dollari. E la moda italiana per noi è molto interessante».

Cosa piace al mondo arabo della moda italiana? «Intanto gli arabi adorano l’Italia e gli italiani. Lo vedono come un luogo pieno di arte e di bellezze. E poi la moda, qui, ha una qualità e un artigianato esclusivo, il concetto di “fatto a mano” ha conquistato gli sceicchi disposti a spendere qualsiasi cifra per un capo italiano».

Qualsiasi cifra? «Sì, mediamente le arabe che vengono a fare shopping spendono una media di 40/50mila euro al giorno. Qualche settimana fa un arabo è entrato in un negozio del Quadrilatero ha trovato interessante la merce e ha comperato tutta quella esposta in negozio spendendo un milione di euro in poche ore». 

Shopping solo nel Quadrilatero? «Sì, gli arabi vogliono prevalentemente le grandi griffe italiane, Gucci, Prada, Dolce e Gabbana, a volte se vedono qualche griffe meno nota di cui si innamorano comperano. Ma è più difficile».

Quelle griffe ci sono in tutte le strade di lusso del mondo cosa offre Milano in più?  «Sì, è vero, ma sono tutte made in Italy, è meglio comperare qui dove le producono e poi gli arabi vogliono portarsi a casa un po’ di Italia. Amano moltissimo Milano e amano il cibo italiano. Milano però dovrebbe puntare di più a conquistare il mercato del mondo arabo». 

Lei ha una idea di come fare? «Propongo al Comune, all’assessore alla Moda di istituire un Arab week o un periodo dedicato anche allo shopping arabo. Dopo il mese del Ramadan le donne sono solite dedicare i tre mesi successivi al relax e alla shopping e una delle mete privilegiate è proprio Milano, insieme a Parigi, che hanno un clima migliore di Londra. Mi piacerebbe anche che Milano diventasse main partner dell’Arab fashion week che si terrà a maggio a Dubai, magari con un hub tutto italiano».

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