Sfrattato da un appartamento Aler: non ha pagato affitti per 200mila euro

Unione Inquilini: "Cifra da ricalcolare. Mai attuato il piano di rientro"

Sgombero case Aler (Newpress)

Sgombero case Aler (Newpress)

Milano,  6 ottobre 2016 - Sfratto movimentato ieri mattina in un palazzone popolare di viale Ca’ Granda 30 in zona Niguarda. Destinatario del provvedimento: Cosimo B., 52 anni, che ha accumulato una morosità nei confronti di Aler di oltre 170mila euro (cifra che supera i 200mila aggiungendo altre spese tra cui quelle legali). L’intervento è stato eseguito con successo alla 94esima visita. Uno sfratto programmato, con la presenza dell’ufficiale giudiziario e della forza pubblica. Un particolare che non è passato inosservato è che il signor Cosimo è un impiegato di MM, azienda che gestisce le case di proprietà del Comune. Una casualità quantomeno curiosa, essendo Aler ed MM “concorrenti”. «Il rapporto privato che il signore ha con Aler - precisa MM - esula dal rapporto di lavoro che ha con MM».

Ma torniamo allo sfratto. Primo assegnatario di quella casa era stato il padre di Cosimo, Antonio. Poi il figlio è subentrato nel rapporto locatizio. Col passare degli anni la cifra della morosità è lievitata e, anche se da agosto 2015, per effetto del pignoramento del quinto dello stipendio del 52enne, Aler percepisce una quota mensile assegnata dal giudice, i debiti hanno continuato ad accumularsi. Altre “aggravanti” emerse ieri: il signor Cosimo avrebbe utilizzato l’alloggio solo in maniera occasionale e si sarebbe sottratto alle convocazioni periodiche per aggiornare l’Anagrafe utenza di Aler.

Ma a far luce sull’altro lato della medaglia pensa il sindacato Unione Inquilini, sempre in prima linea nel dare manforte al 52enne, che più volte è riuscito a impedire che venisse sfrattato. Sì, perché il sindacato si è opposto ai tentativi precedenti di allontanamento e ora tuona: «Non è stata offerta un’alternativa a quest’uomo, invalido, che adesso si trova per strada. La sistemazione prospettata in un ricovero in realtà non esiste». Non solo, «da tempo avevamo presentato una proposta che prevedeva il trasferimento in un alloggio più piccolo, un piano di rientro e un ricalcolo del debito in base all’accordo sulla morosità. Questo dall’inizio di maggio. Ma non c’è stata risposta», sottolinea Bruno Cattoli, segretario Unione Inquilini. Il sindacato, poi, evidenzia che «l’uomo abitava stabilmente nell’alloggio, al contrario di quanto sostenuto per allontanarlo. È stato detto che la caldaia non è funzionante, ma lo è solo perché il riscaldamento è centralizzato».

Ora Unione Inquilini si sta attivando per trovare una sistemazione al 52enne. «Ieri mattina è stato detto che c’era già una soluzione, in un ricovero caritatevole. Invece era stata fatta solo una telefonata generica per chiedere gli orari di apertura degli sportelli. Cosimo è invalido, con problemi motori, quindi necessita di uno spazio adeguato. E il posto di cui ha bisogno non c’è».

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