Blitz prima di Inter-Roma a San Siro, nel mirino club e famiglie

L’agguato nel bar di via Tesio organizzato da una settantina di ultras della Curva Nord

Polizia a San Siro

Polizia a San Siro

Milano, 28 febbraio 2017 - Non è stato uno scontro tra ultras di opposte fazioni. È stato un agguato di tifosi della curva nerazzurra contro romanisti dei club ufficiali e famiglie. Un agguato premeditato da parte di una settantina di persone: «Volevano il bersaglio facile», l’impressione degli investigatori che ora stanno cercando di dare un nome agli autori del violento raid.

Ricostruiamo l’accaduto. Domenica pomeriggio, mancano poche ore al fischio d’inizio di Inter-Roma in programma allo stadio di San Siro. Al Tenconi pub di via Tesio si sono radunate, come spesso capita in occasione dei match di campionato, diverse decine di fan della squadra ospite: non è gente da curva, sono i tifosi che vanno in trasferta con i viaggi organizzati dai Roma club; ci sono anche famiglie con bambini giunte a Milano dalla Capitale per vivere una serata di sport alla Scala del calcio. Sono lì dalle 16: alcuni hanno sciarpe e striscioni giallorossi, com’è normale che sia per una partita. Alle 18.30 succede qualcosa: diversi gruppetti di interisti, alcuni in partenza dalla zona del baretto della Nord, si dirigono verso i giardini di via Tesio; non è una spedizione organizzata nei giorni precedenti, ma certamente qualcuno ha dato un’occhiata poco prima nei pressi del bar per farsi un’idea della situazione. A protezione della zona ci sono tre squadre tra polizia e carabinieri. Gli agenti della Digos si accorgono dei movimenti sospetti e allertano i colleghi in presidio al Tenconi, che si compattano immediatamente (cercando in contemporanea di tranquillizzare gli avventori del pub).

Comunicazione-lampo quanto provvidenziale, perché consente alle forze dell’ordine di organizzarsi prima dell’arrivo degli aggressori e di respingerne l’assalto. Gli ultras interisti si piombano sull’obiettivo armati di tutto punto – cinghie, bastoni e spranghe – e lanciano cinque bombe-carta; una di queste esplode a due passi dal commissario capo che coordina il gruppo, che per fortuna se la caverà con un paio di punti di sutura alla gamba ferita da una scheggia e 8 giorni di prognosi. A quel punto, militari e agenti in tenuta antisommossa replicano lanciando lacrimogeni (il vento ne amplificherà gli effetti fino agli ingressi del Meazza) per tenere a distanza i balordi ed evitare qualsiasi tipo di contatto. E in effetti gli aggressori, molti dei quali a volto coperto, si dileguano nei giardinetti, riuscendo a sfuggire alle forze dell’ordine. Tutto dura pochi minuti. Prima dell’arrivo dei pullman con gli ultras della Roma, non coinvolti nella bagarre e fatti entrare rapidamente all’interno dell’impianto sportivo per evitare altri guai. Adesso è caccia aperta: gli investigatori della Digos stanno analizzando i filmati registrati dalle telecamere di videosorveglianza installate in zona, e presto potrebbero arrivare i primi provvedimenti di Daspo.

nicola.palma@ilgiorno.net

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