Il cardinale Scola prega per i terremotati, appello anche per accoglienza dei profughi

Nella chiesa di San Lorenzo a Vendrogno, in alta Valsassina, l'arcivescovo di Milano ha pregato per le vittime del terremoto e ha lanciato un appello per accogliere i migranti

Il cardinale Angelo Scola

Il cardinale Angelo Scola

Milano, 28 agosto 2016 -  Il cardinale e arcivescovo di Milano Angelo Scola prega per le vittime del terremoto in centro italia e lancia anche un appello per l'accoglienza dei profughi. Nella messa celebrata nella chiesa parrocchiale di San Lorenzo a Vendrogno, in alta Valsassina, Scola ha ricordato: "L'accoglienza, doverosa ed equilibrata, è parte della nostra cultura e comincia dalla convinzione - ha detto il cardinale - che io da solo non posso fare nulla, non posso darmi da solo il compimento".

Salutandolo all'inizio della Celebrazione il parroco don Angelo Olgiati ha detto al Cardinale: "La vita è cambiata anche qui, la natura è passata in secondo ordine. Vogliamo un futuro per queste zone di montagna, noi non perdiamo la speranza. Eminenza, ci attendiamo da lei parole di incoraggiamento per il futuro".

Per rispondere al parroco, l'arcivescovo di Milano è partito dalla tragica attualità: "La tragedia del terremoto ci rimanda a recuperare il rapporto corretto con la natura che anche in questo luogo, unico per bellezza, ha bisogno della vostra cura. E questo è elemento di crescita e di educazione. Dobbiamo prenderci cura della montagna perché è il nostro ambiente di vita, è creazione di Dio. Ed è decisivo riproporre il significato dell'ecologia, a partire proprio dalla montagna, dove non mancano i giovani che stanno riprendendo il gusto di vivervi. Serve a tutta l'Italia il recupero di una ecologia integrale, per ricostruire una civiltà compiuta".

Infine, al termine della messa, dialogando con i cronisti presenti, ha parlato di Milano, che "in questi anni è in forte cambiamento, è rinato in città il gusto di vivere e di incontrarsi. La nostra città è diventata riferimento per l'Europa e il mondo. Mi auguro che ora parta dal basso, dai cittadini, una pratica di solidarietà e accoglienza che sappia coinvolgere e trasformare anche quelle zone di disagio sparse a macchia di leopardo qua e là: i cittadini sappiano andare oltre se stessi. Milano in questo mi dà speranza".

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