Scali ferroviari, siglata intesa per la riqualificazione di 7 aree

Un grande piano di ricucitura del tessuto urbano milanese che si concretizzerà nei prossimi 20 anni

Milano, scalo ferroviario

Milano, scalo ferroviario

Milano, 22 giugno 2017 - Siglato il piano di riqualificazione di sette scali ferroviari dismessi nella città di Milano. Un grande piano di ricucitura del tessuto urbano milanese che si concretizzerà nei prossimi 20 anni. La firma interessa il futuro di una fetta di città grande 1,2 milioni di metri quadrati, più del sito dell’Expo. A tanto ammonta la superficie complessiva delle stazioni in disuso di Porta Romana, Porta Genova, Farini, San Cristoforo, Greco, Lambrate e Rogoredo.  L'accordo di programma è stato sottoscritto oggi dal Comune di Milano, Regione Lombardia, Ferrovie dello Stato con Rete Ferroviaria Italiana-Fs Sistemi Urbani e Savills Investment Management Sgr (proprietaria di una porzione di area all'interno dello scalo Farini).

Si tratta di oltre 675 metri quadri di verde, 97 milioni di euro per interventi sulla Circle Line, il 32% delle volumetrie destinato a funzioni non residenziali e il 30% delle volumetrie per edilizia convenzionata (3.400 alloggi per le fasce sociali piu' deboli) e social housing. I sette scali dismessi occupano in totale 1.250 mila mq, di cui 200 mila rimarranno a funzione ferroviaria. "La cifra stanziata - ha spiegato Renato Mazzoncini, a.d. di Fs Italiane, in conferenza stampa - è di un centinaio di milioni di euro". Il prossimo passo, per il documento firmato oggi, sarà la ratifica in Consiglio Comunale, che dovrà avvenire entro 30 giorni. 

A darne annuncio è stato, ieri, il sindaco Giuseppe Sala nel corso della diretta Facebook sul suo primo anno di mandato. Una volta apposte le firme, sarà proprio Palazzo Marino a dover correre: l’accordo di programma, infatti, dovrà essere approvato dal Consiglio comunale e per l’approvazione ci sono solo trenta giorni di tempo, altrimenti l’intesa decadrà. Un film che l’esecutivo di piazza Scala vuol evitare di rivedere. Un primo accordo di programma fu portato in Consiglio dalla Giunta guidata da Giuliano Pisapia e bocciato dall’aula, tra lo stupore dello stesso esecutivo, a dicembre del 2015.

Decisiva l’asse tra la sinistra radicale, allora nella coalizione di governo, e una parte dell’opposizione. Da allora l’iter è stato riavviato cercando di tenere in considerazione le ragioni e le richieste dei consiglieri, contenute in un atto di indirizzo già approvato dall’aula proprio con l’obiettivo di orientare la Giunta nella riscrittura dell’intesa con le Ferrovie e la Regione.

 

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