Sasso centra auto, il profilo del lanciatore: "Un ragazzo comune che agisce in branco"

L’esperta Elena Giudice: così recuperiamo chi sbaglia

 Elena Giudice si occupa di penale minorile e guida il piano di carabinieri polizia e welfare per il recupero dei ragazzi

Elena Giudice si occupa di penale minorile e guida il piano di carabinieri polizia e welfare per il recupero dei ragazzi

Milano, 12 novembre 2017 -  «Saranno dei ragazzi comuni, non aspettatevi dei mostri». Elena Giudice è un’assistente sociale, si occupa di penale minorile. Guida il progetto-pilota «Bruciare i tempi, riparare i danni», che vede uniti sindaci, carabinieri, polizia e Offerta sociale, l’azienda del welfare dei comuni fra hinterland e Brianza. Ma anche vittime e carnefici. Riducendo i tempi della giustizia, offre ai ragazzini che si macchiano di un reato, la possibilità di rimediare riconciliandosi con la vittima, della quale si mettono a disposizione. Un esperimento che ha dato risultati sorprendenti.

Potrebbe funzionare anche per chi ha lanciato il sasso a Cernusco?

«Sì. Ma, prima, dovrebbe confessare. E per farlo, dovrebbe rendersi conto delle conseguenze gravissime del proprio comportamento. Con gli adolescenti non è scontato. Stanno crescendo, al loro cervello mancano delle competenze. C’è anche un problema organico».

Quindi non sono mai responsabili?

«Bisogna aiutarli a capire. Sarebbe molto importante conoscere la reazione dei genitori».

Sanno tutto, secondo lei?

«Ne sono quasi certa».

È l’azione di uno solo, o di un gruppo?

«Mi stupirebbe se qualcuno avesse agito in solitaria. Può succedere, ma sarebbe segno di un tale malessere, che mi metterebbe ancora di più in allarme».

Cosa spinge dei ragazzi a scagliare pietre contro le macchine?

«Il dolore. Stanno molto male. Gesti come questo sono provocazioni. È come se i protagonisti pensassero: visto che continuo a oltrepassare il limite e nessuno mi ferma, alzo ancora l’asticella».

Le famiglie non ci fanno una gran figura.

«No e nemmeno la scuola. Non li aiutano a responsabilizzarsi, come dovrebbero. Il nodo è qui».

L’identikit degli autori?

«Non aspettiamoci mostri. Non è escluso che si tratti di liceali dalla faccia pulita, con buoni voti e mamma e papà che non gli fanno mancare nulla. Quando si passa il limite così, non c’è differenza con i ragazzi che hanno mollato scuola e amici e non fanno niente tutto il giorno».

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