San Siro, no alla mozione anti-Casta: i consiglieri si tengono i biglietti gratis

L’aula boccia la proposta dei grillini sulla rinuncia ai "privilegi"

Un derby fra Milan e Inter

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Milano, 26 settembre 2017 - Rinunciare ai biglietti gratis per partite e concerti allo stadio di San Siro? Neanche per sogno. Il Consiglio comunale ieri ha respinto con un’ampia maggioranza (25 i no, 3 i favorevoli e 2 gli astenuti) la mozione presentata dal Movimento 5 Stelle che chiedeva ai consiglieri comunali di rinunciare ai due ticket omaggio (a richiesta) per tutte le partite e i concerti al Meazza. L

La mozione dei grillini proponeva di lasciare due ticket gratis a richiesta (niente assegnazione automatica) per ogni evento sportivo e musicale a San Siro solo al sindaco, al presidente del Consiglio comunale e agli assessori allo Sport e alla Cultura per esigenze di rappresentanza istituzionale. Niente da fare. Tutti e 48 i consiglieri comunali potranno continuare a richiedere due tagliandi omaggio per la «poltronissima del Meazza». I politici di Palazzo Marino non rinunciano al privilegio. Si era già capito negli anni scorsi, quando prima la Giunta del sindaco Giuliano Pisapia e poi l’esecutivo guidato dall’attuale primo cittadino Giuseppe Sala avevano avviato una riforma nell’attribuzione dei biglietti, ma la montagna aveva partorito un topolino: niente attribuzione automatica, come in precedenza, dei biglietti per lo stadio, ma facoltà per i consiglieri di chiederne e ottenerne due per ogni partita e ogni concerto. Il privilegio uscito dalla porta, quindi, è rientrato dalla finestra. Fino alla mozione anti-ticket omaggio bocciata ieri dal Consiglio comunale. «Il risultato non ci stupisce affatto – commenta il capogruppo del M5S Simone Sollazzo, che con gli altri due consiglieri grillini Gianluca Corrado e Patrizia Bedori ha votato a favore della mozione –. Quando si parla di privilegi, grandi o piccoli che siano, non c’è destra e sinistra. C’è il sistema partitico che non vuole rinunciarvi e che crede di avere il diritto di godere gratuitamente di beni e servizi per i quali i comuni cittadini pagano. Noi continuiamo a essere cittadini prestati alla politica e per questo continueremo a rinunciare a questi privilegi».

 

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