San Fedele liberata dalle transenne: "Ora fondi per prevenire altri crolli"

Chiesa messa in sicurezza dopo la pioggia di calcinacci di un mese fa

Via le transenne

Via le transenne

Milano, 23 novembre 2017 - Ieri, verso la tardi mattinata, sono state portate via le transenne che per oltre un mese hanno precluso il passaggio lungo uno dei due marciapiedi di largo Raffaele Mattioli e l’accesso alla rastrelliera del bike sharing di BikeMi. L’area che sorge in pieno centro, vicinissima a Palazzo Marino, era stata messa in sicurezza poco più di un mese fa, a seguito delle cadute di alcuni calcinacci e piccole porzioni di elementi lapidei da una delle facciate della chiesa di San Fedele. Nessuno è rimasto ferito in quell’occasione. Il padre gesuita, Maurizio Teani, ricorda che dopo quell’episodio si è intervenuto «celermente per avvisare il Comune e transennare la zona, per garantire l’incolumità dei passanti. I lavori sono stati eseguiti a norma. L’area adesso è al sicuro». La conferma arriva anche dal consulente dei lavori, l’architetto Roberto Spreafico: «La parrocchia ha recentemente intrapreso un intervento urgente con mezzo meccanico, limitatamente ad una giornata, tramite la ditta Gasparoli, per individuare le porzioni a rischio di stacco e caduta, intervenendo con localizzate messe in sicurezza. Al momento il fianco settentrionale della chiesa risulta controllato, avendo affrontato le situazioni a rischio individuate».

Secondo l’architetto, titolare dello studio omonimo della provincia di Lecco, quella facciata esterna settentrionale è «la più problematica» e da sempre: «Il materiale scelto in fase di cantiere, nel 1569, non era di prima qualità. Interventi di sostituzione di quel materiale si sono succeduti anche fra la fine dell’800 e l’inizio del ‘900». Il suo studio 10 anni fa ha portato a termine l’intervento massiccio di restauro di tutte le facciate esterne di San Fedele, durato parecchi anni: «Per la complessità e la delicatezza del paramento lapideo esterno era stato predisposto un piano di manutenzione che prevedeva periodiche attività di controllo e manutenzione per preservare il monumento. La parrocchia a più riprese ha partecipato a bandi specifici per ottenere una copertura finanziaria per i costi necessari che finora non hanno dato esito favorevole». Il piano, insomma, a distanza di 10 anni, non è mai partito. La «pioggia» recente dei calcinacci non è dunque frutto del caso. «Resta indispensabile – scandisce l’esperto – dare avvio al piano organico di manutenzione che potrà prevenire ed evitare situazioni di rischio, preservando coerentemente le superfici esterne dell’importante chiesa progettata da Pellegrino Tibaldi».

Interessante per più di un motivo. Possiede un’ottima collezione di opere d’arte fino al ‘900, incluse realizzazioni di Lucio Fontana. Questa era la chiesa dove veniva a pregare Alessandro Manzoni.  Una lapide di bronzo segnala il punto dove si metteva l’autore dei Promessi sposi, a sinistra dell’altare maggiore. Sull’altare della cappella della Madonna del Latte, le ballerine del teatro della Scala, fino agli anni ’80, erano solite portare i fiori la sera del debutto. Tra loro anche la mitica Carla Fracci.

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