Caso Antonio Barbato, Sala: "Ha fatto una sciocchezza, destinato ad altro incarico"

L'ex comandante dei vigili: "Dall'inchiesta solo fantasie, non escludo di far partire diverse cause per diffamazione"

Antonio Barbato

Antonio Barbato

Milano, 3 agosto 2017 - Il comandante della polizia locale di Milano, Antonio Barbato, verrà destinato ad un altro incarico. Lo ha deciso il sindaco, Giuseppe Sala, su richiesta dello stesso capo dei vigili, dopo avere ricevuto il parere sul caso del Comitato per la legalità e la trasparenza. Barbato, che non è indagato, era stato intercettato nell'ambito di un'inchiesta della Dda di Milano. "La reggenza della Polizia locale di Milano - ha aggiunto Sala - sarà assunta temporaneamente dal vice comandante Paolo Ghirardi". Il comandante dei vigili è stato intercettato dalla procura di Milano il 30 marzo 2017 al telefono con Domenico Palmieri, ritenuto dai pm un "facilitatore" della cosca catanese Laudani. Secondo la ricostruzione della procura milanese, nel corso della telefonata Palmieri offre al comandante dei vigili di far pedinare un sindacalista col quale Barbato era in conflitto chiedendo in cambio informazioni su una gara d’appalto. "Oggi, a seguito delle necessarie verifiche mie e del Comitato per la Legalità, la Trasparenza e l'Efficienza amministrativa del Comune di Milano sui fatti emersi in questi giorni, mi sono confrontato con il Comandante della Polizia locale mi ha chiesto di essere destinato ad altro incarico all'interno dell'Amministrazione comunale". LA VERSIONE DI SALA - "Mi dispiace per lui ma obiettivamente ha fatto una sciocchezza.  Considerando tutto quello che è successo è incompatibile con la guida del corpo dei vigili. A mio giudizio è una persona che ha fatto una grande leggerezza, bisogna considerare però il fatto che in 35 anni ha dato il suo contributo ai vigili urbani. Quindi per questo ho chiesto alla direzione generale di dargli un altro incarico". Non è ancora chiaro quale impiego ricoprirà ora Barbato, che il sindaco definisce comunque una "persona di esperienza": "Il tema era, al momento, quello di prendere una decisione - spiega il sindaco -  Il suo vice farà le sue funzioni solo per un periodo. Non sappiamo ancora dire chi sarà il futuro comandante, ma bisogna trovare una persona di livello che dovrà guidare un corpo con oltre 3mila persone, in una situazione come quella di Milano, che è positiva ma dove serve anche grande attenzione". 

LE PAROLE DI BARBATO - Nel pomeriggio anche il diretto interessato, Antonio Barbato, ha dato la sua versione: "Quella di lasciare l'incarico di comandante della polizia municipale è stata una scelta - spiega - dopo il parere del Comitato per la legalità del Comune di Milano, che speravo fosse positivo mentre invece non è stato così. Ringrazio il sindaco per questa possibilità ma adesso tutto il tempo libero che ho, lo utilizzerò per riabilitarmi da questa settimana di fango e insinuazioni che ho dovuto subire. Contro di me sono state usate parole di grande virulenza e ora non escludo di far partire diverse cause per diffamazione". Le accuse che Domenico Palmieri, ex dipendente della Provincia, considerato il "facilitatore" degli affari del clan Laudani, gli ha mosso sono "solo fantasie", spiega Barbato. L'ex comandante della polizia locale non è indagato e dice di essere stato penalizzato proprio per questo: "Sono l'unico che non ha letto le carte - dice - non sono mai stato ascoltato dal Comitato per la legalità: se fossi stato convocato, almeno mi sarei potuto difendere, avrei fornito qualche spiegazione. Dopo 35 anni di servizio, era doveroso ascoltarmi. Se penso che il comandante generale dei carabinieri Tullio Del Sette è stato toccato dall'inchiesta Consip ed è ancora al suo posto, com'è giusto che sia....". "Unica consolazione in questo ore sono stati le centinaia di messaggi di solidarietà da altri esponenti delle forze dell'ordine, comandanti di altri corpi della polizia locale, cittadini, professori universitari, colleghi. Questo - aggiunge - mi aiuta e da la forza di andare avanti. Adesso la mia ossessione sarà ristabilire la verità".

LA DECISIONE DEL COMITATO PER LEGALITA' - "Il solo ipotizzare di poter accettare l'ipotesi che una società di security faccia pedinare un proprio collega, con il quale sembra esservi in corso uno scambio di querele, depone in senso avverso alla correttezza che un comandante deve avere". E' quanto detto dal Comitato per la legalità e la trasparenza presieduto da Gherardo Colombo in una nota relativa alla vicenda che ha coinvolto il comandante della Polizia locale di Milano, Antonio Barbato. Il Comitato ha poi rimandato al Comune la scelta se Barbato possa o meno continuare ad esercitare il suo incarico. "La riposta richiede una valutazione che esula dalle competenze del Comitato, per cui ci si rimette alla decisione che l'autorità comunale riterrà adatta al caso in esame".

 

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