La dura legge del boschetto, 19enne accoltellato e lasciato lungo la strada

Il viavai in quell’area che da decenni è tra le più grandi piazze di spaccio della Lombardia non si è mai interrotto, nonostante decine di controlli e blitz interforze

MIL02_STRAPPO_WEB

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Milano, 4 novembre 2017 - Un ragazzo a terra, sanguinante, accanto al guardrail di via Sant’Arialdo che confina con il famigerato boschetto della droga di Rogoredo. Ad accorgersi di quel corpo steso sull’asfalto è un cittadino in scooter che chiama subito aiuto, poco dopo le 7.30 di ieri. Il giovane viene soccorso in codice rosso al Policlinico: ha ferite da arma da taglio al torace. Operato d’urgenza, ha superato l’intervento e ora è in Rianimazione in prognosi riservata. Addosso non ha documenti e non è mai stato fotosegnalato. Elemento emerso solo ieri in serata, dopo l’analisi delle impronte digitali. Sarebbe un marocchino di 19 anni.

Gli agenti della Squadra Mobile diretti da Lorenzo Bucossi cercano di fare luce sull’accaduto passando al setaccio l’area interessata e visionando i filmati delle telecamere della zona. E se per ora tutte le ipotesi restano aperte, non si può non considerare prima di tutto il contesto: Rogoredo, via Sant’Arialdo, boschetto della droga. Il viavai in quell’area che da decenni è tra le più grandi piazze di spaccio della Lombardia non si è mai interrotto, nonostante decine di controlli e blitz interforze che comunque hanno portato un miglioramento. Nel frattempo l’area verde di 65 ettari, di cui 4 occupati dal boschetto, è stata affidata in gestione a Italia Nostra con l’obiettivo di rendere il luogo fruibile. L’inizio di un cammino verso la luce. Intanto continua la processione eterna di eroinomani, dal sentiero di terra battuta cosparso di siringhe e rifiuti fino alla selva di via Sant’Arialdo.

Altra meta: l’area di via Orwell, oltre i binari della ferrovia. Ieri siamo tornati sul posto: in via Sant’Arialdo, accanto al guardrail, in un quarto d’ora abbiamo contato una quindicina di ingressi, uno al minuto. E le età sono le più disparate. «Ho 61 anni – attacca un uomo, a pochi passi dalla stazione di Rogoredo –. Se volete sapere della droga chiedete a me». C’è anche chi si infiamma accorgendosi della macchina fotografica: «Cancella subito le foto o spacco tutto», la minaccia al nostro fotografo arriva da un ragazzo sui 25 anni, italiano, che barcolla verso il boschetto. Solo quando ha la certezza di non essere stato immortalato torna sui suoi passi, in cerca della dose all’ora di pranzo. Due giorni fa il caso è tornato in Parlamento, quando la Lega Nord ha presentato un’interrogazione (firmata da Marco Rondini e Paolo Grimoldi) al Ministro dell’Interno Marco Minniti, la seconda dopo quella di luglio ancora senza risposta, per richiamare l’attenzione sull’allarme eroina a Milano. Finora in città si contano dall’inizio dell’anno quattro morti per overdose di questa sostanza. La settimana scorsa il tema era stato nuovamente affrontato in prefettura al Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica. «Abbiamo chiesto un massiccio intervento interforze nell’area ferroviaria di via Orwell», sottolinea l’assessore alla Sicurezza Carmela Rozza. L’ultimo intervento congiunto di polizia locale e carabinieri risale a febbraio.

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