Violenza sessuale, per i giudici Robinho mostrò "totale spregio per la vittima"

Rese note le motivazioni con cui il tribunale ha condannato a 9 anni l'ex giocatore del Milan

Robinho, 35 anni, ai tempi della sua militanza nel Milan

Robinho, 35 anni, ai tempi della sua militanza nel Milan

Milano, 22 febbraio 2018 - Hanno mostrato un "assoluto dispregio" per la giovane donna "esposta a ripetute umiliazioni, oltre che ad atti di violenza sessuale" pesanti, descritta nelle loro conversazioni intercettate "con epiteti (...) e termini spesso crudi e sprezzanti, segni inequivocabili di spregiudicatezza e quasi di consapevolezza di una futura impunità". Lo scrivono i giudici della nona sezione penale del Tribunale di Milano nelle motivazioni della sentenza con cui lo scorso novembre hanno condannato l'ex giocatore del Milan,  Robinho, al secolo Robson de Souza Santos, e un suo amico, Ricardo Falco, a 9 anni di carcere e a versare in solido 60mila euro alla vittima, una ragazza di origini albanesi che all'epoca aveva 23 anni. 

I due rispondono di violenza sessuale di gruppo avvenuto con  abuso delle "condizioni di inferiorità psichica e fisica" della ragazza in quanto sarebbe stata fatta ubriacare. Nel caso sono coinvolti altri quattro brasiliani per i quali il procedimento è sospeso in quanto sono irreperibili. I giudici hanno stabilito di non concedere al calciatore e al suo complice le attenuanti generiche in quanto il loro comportamento, sin dall'inizio dell'indagine, si è  "caratterizzato per molteplici e continui tentativi di ostacolare l'accertamento della verità, attraverso la ricerca di un accordo sulle versioni da rendere agli inquirenti".

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