"Cibo non gradito e troppa noia". E i detenuti appiccano il fuoco

Aggrediti altri due agenti al Beccaria

Il Beccaria è sempre più una polveriera (NewPress)

Il Beccaria è sempre più una polveriera (NewPress)

Milano, 11 ottobre 2017 - L'aggressione a due agenti penitenziari e un incendio appiccato per noia. Un lunedì di «ordinaria follia» nel carcere minorile Beccaria. Giuseppe Merola, segretario regionale del sindacato nazionale autonomo polizia penitenziaria, denuncia: «Il 9 ottobre due agenti penitenziari sono stati aggrediti da un minorenne, di origine nordafricana e affetto da malattia psichiatrica. Per i nostri colleghi sono state sufficienti le cure dell’infermeria. Settimana scorsa invece lo stesso soggetto ha dato in escandescenza spedendo tre colleghi al pronto soccorso, con prognosi fra 3 e 5 giorni. Chiediamo per questo detenuto l’immediato trasferimento in una struttura di cura adeguata: il Beccaria non lo è».

La situazione, lunedì, è tornata incandescente quando sembrava calato il silenzio, nella mezzanotte a cavallo con martedì. «L’intera sezione dei giovani adulti, dieci ragazzi di età compresa fra i 18 e i 25 anni, ha dato fuoco, utilizzando degli accendini, ad asciugamani, lenzuola, t-shirt e altri indumenti da cui è sviluppato un fumo acre che ha invaso la struttura. A domare le fiamme sono stati tre agenti di polizia penitenziaria che hanno provveduto a mettere in sicurezza i detenuti. Per dare manforte, sono intervenuti anche tre colleghi che in quel momento erano dispensati dal servizio» racconta Vincenzo Di Stasi, segretario locale del sindacato Coordinamento nazionale polizia penitenziaria.

A scatenare la furia incendiaria dei reclusi una bravata fatta per noia, o forse una protesta contro la qualità del cibo: «Tutto concorre a fare pensare che dietro ci siano stati motivi futili – accusa Di Stasi –. Questi atti scellerati sono una routine. Dall’inizio del 2017 si sono verificati una decina di episodi. Sono situazioni critiche che mettono a repentaglio l’incolumità sia del personale di polizia penitenziaria, che si ritrova a gestire situazioni d’emergenza con personale esiguo, sia dei detenuti stessi. Chiediamo che nel loro percorso di reinserimento sia incluso anche un programma di “responsabilizzazione”».

Il 28 luglio tutte le sei principali sigle sindacali della polizia penitenziaria hanno organizzato un sit-in di protesta di fronte al tribunale per i minorenni di Milano per denunciare «l’esasperazione» degli agenti, costretti anche a lavorare con «turni massacranti», in «condizioni fatiscenti», per la presenza di una colonia di topi e in carenza di personale. Donato Capece, segretario generale del sindacato Sappe, incolpa del disgregarsi della sicurezza interna delle carceri alcuni “provvediementi scellerati” tra cui l’aver tolto le sentinelle di sorveglianza delle mura di cinta e avere autorizzato solo 305 nuove assunzioni a fronte della necessità di almeno 8 mila nuovi agenti nel sistema carcerario italiano. «Il Beccaria è sempre di più una polveriera – spiega Merola, segretario del sindacato Sinappe – L’unica luce in fondo al tunnel è l’inaugurazione del padiglione nuovo che, dopo tanti rimandi, pare possibile già alla fine di questo mese».

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