Il lavoro per i giovani? "Io, pedalatore del VeloLeo per 60 euro al giorno"

Maurizio De Gennaro: "L'importante è non stare fermi e fare esperienze"

Maurizio De Gennaro

Maurizio De Gennaro

Milano, 23 luglio 2017 - Maurizio De Gennaro è un giovane «pedalatore»: appena ha concluso gli esami all’istituto civico Manzoni, zona Loreto, è salito in sella per trovarsi un primo lavoretto ed è entrato nella squadra di “VeloLeo”, i risciò che accompagnano i turisti nel centro storico di Milano o fra le vie della moda.

Quando ha scoperto questo mestiere?

«Ho cominciato l’anno scorso, dopo gli esami. Me ne aveva parlato un compagno di classe. Mi sono informato e ho iniziato a lavorare per tutto giugno e luglio. Quest’anno , dopo un’altra esperienza lavorativa, sono tornato a pedalare».

Le piace?

«Molto, non è un lavoro stressante chiuso in un ufficio, sono all’aria aperta. La maggior parte delle persone che richiede il servizio è straniera, ho così modo di parlare le lingue, di conoscere culture diverse, di raccontare i monumenti di Milano. Devi informarti e devi essere preparato».

E a livello economico?

«Abbiamo un fisso a giornata garantito, contrariamente a molti lavori in cui ti pagano, per esempio, a consegna. E non è male: 60 euro, in media si fanno dalle 6 alle 8 ore al giorno. Così si inizia ad avere uno stipendio e a essere più indipendenti anche durante gli studi. È un lavoro flessibile, puoi fare i turni, in base alle esigenze. È un servizio che è gestito da brave persone, serie».

Quanti chilometri percorre al giorno?

«Non li conto, ma ripeto il tour del centro storico, dal Duomo a Castello Sforzesco, dal Parco Sempione alle Colonne di San Lorenzo, almeno quattro volte al giorno».

Faticoso? Bisogna essere allenati?

«C’è l’aiutino. Sono biciclette elettriche».

Gli ultimi dati dicono che il 19% dei ragazzi fra i 14 e i 24 anni è ‘Neet’, non studia, non lavora e un impiego non lo cerca nemmeno. Cosa consigli loro?

«Di provare, non bisogna stare mai fermi. Perché il lavoro c’è. Magari all’inizio bisogna un po’ accontentarsi, è difficile, ma se inizi a fare un’esperienza conosci gente, ti si aprono porte in più e opportunità».

A Milano fermento o calma piatta?

«Dal punto di vista del turismo è una città che offre tutto: arte, chiese, musei. Tutti i turisti ci fanno i complimenti e restano a bocca aperta. Secondo me è un settore che ha molto potenziale, potrebbe offrire nuovi posti di lavoro. Credo che dovrebbe essere il vero punto di forza dell’Italia».

Sogno nel cassetto?

«Non ne ho uno vero e proprio. Ma mi piacerebbe provare un’esperienza all’estero. Ho studiato turismo, vorrei conoscere nuovi luoghi e nuove persone». 

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro