Rapina in gioielleria nel Quadrilatero: due arresti. Incastrati dalla commessa / VIDEO

Sono i presunti autori del colpo messo a segno lo scorso settembre da Eleuteri in via Sant'Andrea

L'aggressione ai danni della commessa della gioiellieria

L'aggressione ai danni della commessa della gioiellieria

Milano, 1 febbraio 2017 - Sono stati arrestati i presunti autori della rapina, lo scorso settembre, ai danni di una gioielleria nel Quadrilatero della Moda. Il 21 di quel mese uno dei rapinatori entrò nel negozio Eleuteri di via Sant'Andrea presentandosi alla dipendente come finto cliente, parlando in lingua inglese, e dopo aver chiesto di visionare alcuni gioielli ha aggredito la donna legandole mani e piedi con delle fascette di plastica. Per quel colpo la polizia di Stato ha arrestato due serbi, Uros Ivkovic di 30 anni e Aleksander Sarac di 29. Dall'indagine è emerso come i responsabili della rapina operassero con modalità analoghe a quelle dei 'Pink Panthers', le cosiddette Pantere rosa, ovvero un gruppo di rapinatori che ha colpito gioiellerie delle maggiori città europee. 

L'attività di investigazione della squadra mobile ha mosso piede dal Quadrilatero della moda di Milano con la collaborazione del Gabinetto regionale di polizia scientifica e il Servizio per la cooperazione internazionale di polizia. Le indagini hanno registrato una svolta sia per il lavoro svolto dalla scientifica, sia per la testimonianza rilasciata dalla vittima, la commessa del negozio immobilizzata dai malviventi, una donna di circa 50 anni di origine croata.

Il giorno della rapina i banditi erano tre, i due che hanno materialmente immobilizzato la dipendente della gioielleria Eleuteri e che hanno svaligiato la cassaforte, e un 'palo' che si era già occupato del sopralluogo 4 giorni prima. Gli investigatori sono riusciti ad arrestare quest'ultimo il 23 novembre scorso a Brescia, dove era ritornato dopo essere scappato in Serbia poche ore dopo il colpo. Uros Ivkovic, di 30 anni, ha piccoli precedenti in Italia e precedenti per rapina in Serbia. Attualmente è a San Vittore. L'altro bandito individuato è Aleksander Sarac, di 29 anni, al momento ancora in Serbia in attesa del mandato di arresto internazionale.

È stato incastrato da un'impronta lasciata sulla porta che dava accesso al locale della cassaforte. Mentre veniva strattonata per essere immobilizzata, la sua reazione ha sorpreso i rapinatori e uno dei due ha chiuso la porta prima di indossare i guanti che aveva con sé. La scientifica poche ore dopo la rapina ha potuto rilevare le sue impronte. Il terzo complice, che nel video indossa un cappellino e una borsa a tracolla, non è stato ancora rintracciato anche se gli investigatori della Squadra mobile hanno elementi importanti su di lui. "Era un gruppo molto preparato, hanno studiato il colpo con attenzione - ha spiegato Lorenzo Bucossi, capo della Mobile milanese -. La rapina è durata pochi minuti, l'allarme è stato dato mezz'ora dopo dalla dipendente quando è riuscita a liberarsi dalle fascette. Basti pensare che sette ore dopo la rapina erano già al confine tra Croazia e Serbia. È stato l'ingresso nel paese non Ue che ha permesso all'Interpol di risalire all'identità delle persone a bordo dell'auto usata per la fuga".

Sulla vettura c'erano Ivkovic e Sarac, il complice ha preso una strada diversa. "La modalità è quella usata dalla banda dei Pink Panthers - ha spiegato Luca Izzo, capo della sezione antirapine - È molto probabile che facciano parte del gruppo che ha commesso rapine in tutta Europa. In questo caso avevano ottenuto un bottino di un milione di euro. Nonostante avessero studiato tutto nei minimi dettagli, hanno avuto la sfortuna di trovare una commessa che conosceva il serbo e che ha capito una parola che si sono scambiati. 'Aspetta' detto da uno di loro. Questa indicazione ci ha permesso di stringere il cerchio". La vittima ha quindi indicato agli inquirenti che dovevano essere serbi o croati. Questa informazione è stata preziosa per il Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia che ha così individuato due dei tre responsabili.

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