La denuncia: "Viavai sospetto di auto nel parco, prostitute fuori dal centro profughi"

Invasione anche in via Padova. La preoccupazione dei residenti

Bivacchi nel parco intitolato ai Martiri della Libertà iracheni (Newpress)

Bivacchi nel parco intitolato ai Martiri della Libertà iracheni (Newpress)

Milano, 27 settembre 2017 - C'è anche qualche prostituta fra le richiedenti asilo accolte nel centro gestito da Fondazione Progetto Arca Onlus, che sorge nelle adiacenze del parco intitolato ai Martiri della libertà iracheni vittime del terrorismo? O, peggio, le organizzazioni criminali stanno sfruttando i canali dell’accoglienza per scaricare sullo stato le spese di mantenimento di queste ragazze e far loro ottenere un permesso di soggiorno, magari obbligandole anche ad esercitare la professione?

A quest’ultima domanda i residenti di via Padova non sanno rispondere, né è il loro compito. Ma in tanti raccontano di un viavai sospetto di macchine guidate da uomini italiani, di notte, lungo via Pietro Toselli, vicino a uno degli ingressi del Parco della Martesana, da cui scendono quelle che a loro dire sono «profughe».  Proprio in via Toselli, in una casa di ringhiera, abita Francesco Panuccio, 31 anni. «Ho visto coi miei occhi alcune migranti scendere dalle auto - spiega - e poi inoltrarsi nel parco verso il centro di via Agordat». Un centro, sorto nel 2016, riservato alle «donne migranti sole con bambini in attesa di protezione internazionale», come recita il sito di Progetto Arca. In passato è stata una casa di cura per anziani gestita dalla Congregazione Figlie del Crocifisso. «Quest’inverno, di notte, sotto gli alberi succedeva di tutto - racconta Francesco - la fornicazione era favorita dal buio pesto. C’era un via vai continuo di uomini...Il parco dovrebbe chiudere ad una certa ora ma in realtà da anni i varchi sono lasciati aperto».

Francesco si è trasferito qui da due anni, prima abitava in via Venini. «A saperlo ci sarei rimasto. Ma fino al 2015 questa zona era un’oasi rispetto al caos di via Padova. Frequento spesso il parco perché sono proprietario di cinque cani. All’inizio c’erano donne, giovani, famiglie con bambini nell’area giochi adesso ci sono stranieri che bivaccano tutto il giorno, bevono e fumano. Fanno i loro bisogni sul prato e di fronte alle donne, nonostante la presenza dei bagni chimici. Ogni tanto litigano fra di loro. La stragrande maggioranza delle mie amiche non ci mette più piede, neppure di giorno. In molti vorrebbero vendere casa e ma non si trovano acquirenti». Secondo Francesco «stanno scaricando sulle periferie il problema dell’immigrazione selvaggia». «Molti cugini di mio padre sono emigrati dalla Calabria agli Stati Uniti - racconta - un n mio carissimo amico d’infanzia è andato in Australia ma lavora, lavora, lavora. Nessuno di loro si è mai permesso di infrangere le regole del Paese. Io pretendo da chi si trasferisce qui abbia lo stesso rispetto per la legge». 

 

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