Odissea Pronto soccorso: "Fino a 24 ore d’attesa"

I rappresentanti sindacali: "È assolutamente necessario ulteriore personale"

Un Pronto Soccorso affollato

Un Pronto Soccorso affollato

Milano, 9 gennaio 2017 - I Pronto Soccorso degli ospedali milanesi sono in gravissima difficoltà. E non è notizia delle ultime ore, visto che la situazione si sta trascinando ormai dall’inizio del 2017. Dal pubblico al privato, nessun centro clinico è stato risparmiato dal boom di arrivi in questa primissima parte dell’anno, caratterizzata dalla vertiginosa discesa delle temperature sotto lo zero e dal picco delle influenze stagionali. Il NurSind, una delle sigle più rappresentative tra gli infermieri, lancia l’ennesimo allarme: «Fino a 24 ore di attesa per ottenere un ricovero, sovraffollamento, carenza di barelle e letti, spazi insufficienti e comunque non allestiti in modo adeguato per accogliere i pazienti», la desolante istantanea scattata dai rappresentanti sindacali. In particolare, l’attenzione del NurSind si concentra sulla situazione dell’ospedale San Paolo, definita «realmente al collasso». «I pazienti più gravi – si legge in una nota – rischiano di attendere fino a 20 ore in barella prima di essere assegnati al Dipartimento di emergenza urgenza così come all’Osservazione breve intensiva: è inaccettabile sia per i pazienti sia per gli operatori sanitari». Nella tarda mattinata di ieri, siamo andati a fare un giro al Pronto soccorso di via di Rudinì per verificare la denuncia del NurSind. Alle 12.51, sul monitor «Pazienti in trattamento» comparivano ancora quattro codici verdi arrivati in ospedale tra le 10.41 e le 17.38 del 7 gennaio. Vale a dire: attese tra le 26 e le 19 ore. Senza dimenticare altri casi di persone giunte al San Paolo nella notte o nella prima mattinata di ieri.

Una situazione del tutto simile, va sottolineato, a quella di altri ospedali monitorati nei giorni scorsi. «L’azienda – continua il comunicato del NurSind – non può ignorare la criticità e la costante difficoltà a svolgere il lavoro di ogni singolo operatore: allo stato attuale, non è sempre possibile rispettare la privacy e la dignità delle persone in cura, così come prestare la dovuta attenzione al dolore del paziente». Se è vero che i Pronto soccorso italiani «sono particolarmente affollati in questi giorni per l’epidemia di influenza» precisa il sindacato delle professioni infermieristiche, è altrettanto vero «che al San Paolo lo stato di allarme è quasi una costante». Il motivo: «La carenza di personale medico e infermieristico, sia in Pronto soccorso adulti sia in Pronto soccorso pediatrico, con solo due infermieri e un turnista: ad esempio, l’infermiere di Atrio o Flussista si trova a gestire oltre 20 pazienti in barella tra persone visitate e da visitare, ma in realtà dovrebbe rivalutare i codici dei pazienti barellati». La soluzione del NurSind: «È assolutamente necessario ulteriore personale – riflette il segretario cittadino Rosario Pagana –. Inoltre, bisogna evitare un’ulteriore riduzione dei posti letto per acuti, dato che dalla letteratura si riscontra che lavorare con indici di occupazione dei posti letto ospedalieri superiori all’85% comporta un incremento della mortalità dei ricoverati sia per la minore attenzione con cui vengono seguiti sia per il maggiore rischio di infezioni ospedaliere».

 

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