Emergenza profughi, cercansi interpreti per 51 lingue

A Milano arrivano decine di nazionalità diverse, bisogna tradurre 25 lingue e 26 dialetti dalle zone più remote dell'Africa ma non è l'unica difficoltà nel trovare interpreti tanto particolari

Migranti

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Milano, 23 gennaio 2017 - C’è il twi, lingua parlata in Ghana e in alcune zone della Costa d’Avorio. C’è il Mandingo, idioma diffuso soprattutto in Gambia, Guinea Bissau e Senegal (con mille varianti legate alle popolazioni che lo parlano). C’è l’Hausa, dialetto che abbraccia tanti Paesi del Centrafrica (dal Benin al Camerun, dal Ciad al Sudan). E poi ci sono il Tigrino, il Tamil, il Punjabi e il Farsi, solo per citarne alcuni. Una Babele fatta di 25 linguaggi e 26 dialetti. Del resto, i profughi che arrivano quotidianamente a Milano provengono da decine di Nazioni differenti. E di conseguenza la Prefettura si è dovuta adeguare, prevedendo un amplissimo spettro di possibilità nell’avviso esplorativo appena pubblicato per l’affidamento del servizio di interpretariato a supporto della Commissione territoriale chiamata a valutare le richieste di asilo e protezione internazionale dei migranti ospitati nella nostra provincia.

Un appello agli operatori del settore che punta a rendere più efficace (e veloce) possibile il lavoro di coloro che sono chiamati a esaminare un numero sempre crescente di domande, stante l’estrema difficoltà incontrata dai profughi a proseguire il viaggio verso il Nord Europa. L’appalto prevede un monte ore complessivo di 10.750 nel periodo 1° marzo-30 settembre 2017 (con possibilità di proroga fino al 31 dicembre) per un importo stimato di 422.125 euro (base d’asta fissata a 27,50 euro l’ora). I traduttori saranno impegnati sia in fase istruttoria (acquisizione di informazioni sui Paesi di origine e sulla storia personale del profugo) sia in fase decisionale della Commissione (audizione e intervista dei richiedenti asilo) presso la sede di via Gioia. Particolarmente stringenti i paletti inseriti nell’avviso dai tecnici di Palazzo Diotti, che vogliono scongiurare qualsiasi tipo di conflitto d’interesse tra l’interprete di turno e il migrante sotto esame: in particolare, bisogna evitare il rischio che la persona chiamata a tradurre possa avere motivi di ostilità (per motivi religiosi, tribali o etnici) nei confronti dell’aspirante rifugiato così come è indispensabile tenere in considerazione eventuali differenze di casta, clan, gruppo e classe «tali da creare situazioni manifeste di incompatibilità».

Un punteggio più elevato verrà assegnato a chi sarà in grado «di reperire risorse linguistiche rare, nei casi in cui il richiedente asilo non sia in grado di esprimersi in altra lingua/idioma/dialetto che non siano già coperti regolarmente dal gestore del servizio». nicola.palma@ilgiorno.net

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