Profughi, le caserme sono strapiene. E alla Montello ora ci stanno in 343 / LA MAPPA

I dati di maggio. Bordonali: "Dal Governo soltanto chiacchiere"

Caserma Montello (Newpress)

Caserma Montello (Newpress)

Milano, 7 luglio 2017 - Quattro mega centri con numeri a tre cifre. Altre strutture di media capienza. E decine di appartamenti sparsi per la città che ospitano poche unità ciascuno. Sono i dati dell’accoglienza profughi a Milano aggiornati alla fine di maggio: in totale, secondo le statistiche fornite al Giorno da fonti della Regione, ci sono 3.673 richiedenti asilo nelle strutture che fanno capo a Prefettura e Comune. A cominciare dalla caserma Montello di via Caracciolo, contestata soluzione adottata nel novembre 2016 per far fronte ai flussi continui di migranti assegnati alla Lombardia sulla base del piano di ripartizione concordato da Viminale e Anci: nella struttura militare è stata nuovamente scollinata la quota-limite dei 300, se è vero che le tabelle ufficiali parlano di 343 persone lì ricoverate, di cui la stragrande maggioranza (290) sono uomini; e, visto che a maggio sono arrivati solo 14 nuovi ospiti, vuol dire che già ad aprile il numero complessivo dei richiedenti asilo (329) era superiore al tetto fissato dalla convenzione con i Fratelli di San Francesco.

Nel capoluogo, il primato va però all’ex Centro di identificazione ed espulsione di via Corelli 28: 515 gli ospiti, di cui 159 arrivati a maggio. Seguono l’ex caserma Mancini di via Corelli 176, gestita dalla Croce Rossa, con 476 presenze, e il Cara di via Aquila con 431. Più di 400 persone hanno trovato invece posto nei due centri in zona Vialba gestiti da Fondazione Progetto Arca: 249 in via Aldini (l’apertura dell’ex palestra farà ulteriormente lievitare i numeri) e 212 in via Mambretti. Uscendo da Milano, è ancora una volta l’hub di Bresso a superare ogni primato: a maggio si è raggiunta quota 682 (di cui 668 uomini), con 185 persone accolte in un solo mese. Numeri che fanno sbottare l’assessore regionale alla Sicurezza Simona Bordonali: «Dal Governo riceviamo tante promesse e sentiamo tante chiacchiere, ma la situazione non cambia, anzi continua a peggiorare – sottolinea l’esponente leghista della Giunta Maroni –. Nelle strutture della città di Milano sono già presenti 3.673 richiedenti asilo, che, nella stragrande maggioranza dei casi, saranno riconosciuti come clandestini. A questi numeri vanno aggiunte anche le centinaia di irregolari che bivaccano in giro per la città, le persone che arrivano in treno e tutti quelli sistemati negli ultimi giorni». 

Secopndo l'assessore, «gli sbarchi ininterrotti delle ultime settimane non lasciano presagire nulla di buono, ma è bene ribadire che il territorio lombardo è saturo e che nella nostra Regione non c’è spazio per altri immigrati». Il Governo, chiosa Bordonali, «non può pensare di risolvere il problema scaricandolo sui sindaci: deve darsi una mossa e fare quello che prevede la legge, rimpatriando in massa tutti i clandestini, con contestuale blocco navale per impedire altri sbarchi. Sarebbe un segnale forte mandato dall’altra parte del Mediterraneo».

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