Profughi, altri 4.600 da accogliere nelle strutture della Lombardia

Al Tavolo sull’immigrazione annunciate le stime per i prossimi mesi

Profughi nel Milanese

Profughi nel Milanese

Milano, 12 aprile 2017 - Nei prossimi mesi potrebbero arrivare in Lombardia altri 4.600 profughi o richiedenti asilo da ospitare nelle strutture di accoglienza. Secondo la bozza del piano nazionale di ripartizione, su un totale stimato di 200mila migranti, la Lombardia dovrebbe ospitarne 28.300 (7.774 solo nel Milanese). Attualmente il sistema di accoglienza ha in carico 175.480 extracomunitari, di cui 23.700 sul territorio lombardo. E, visto il ritmo degli sbarchi sulle nostre coste, il traguardo di 200mila non è poi così lontano. Ieri in Prefettura a Milano si è svolto il Tavolo regionale sull’immigrazione, a cui hanno partecipato tutti i prefetti lombardi e l’assessore regionale alla Sicurezza e Immigrazione Simona Bordonali. Quest’ultima, rivolgendosi al prefetto di Milano Luciana Lamorgese, ha chiesto di «farsi portavoce presso il Governo dei problemi della Lombardia, chiedendo che sul nostro territorio non vengano più inviati immigrati». Ma sembra un appello destinato a cadere nel vuoto, visti i numeri previsti.

I criteri di ripartizione del piano nazionale prevedono che a ogni Comune sotto i 2mila abitanti venga attribuito un numero fisso di 6 posti. Invece per i Comuni sopra i 2mila abitanti la distribuzione viene attuata in base ai posti assegnati alla regione di appartenenza, ma non si può andare sotto il minimo di 6. E alle quattordici Città metropolitane, tra cui Milano, vengono attribuiti due posti ogni mille abitanti. Al termine del vertice di ieri, l’assessore Bordonali ha sottolineato che «finalmente la Regione Lombardia è stata convocata al Tavolo regionale sull’immigrazione. Non capitava da due anni, nonostante ne avessimo diritto». Sulla gestione dell’immigrazione, l’esponente della Giunta Maroni ha attaccato: «Sappiamo che i problemi derivano da una gestione fallimentare a livello centrale che purtroppo ha ricadute pesanti sui territori. Agli Sprar (Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati, ndr), per esempio, ora possono accedere anche coloro che hanno fatto richiesta d’asilo, mentre prima i posti erano riservati solo a chi era già titolare di protezione internazionale. Questo crea problemi di gestione, oltre a togliere posti a chi ha già fatto un percorso ed è effettivamente profugo».

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