Aveva tre incarichi, ex primario dovrà risarcire 4,7 milioni di euro

Il professor Marco Baldoni dovrà risarcire 4,7 milioni di danni a ospedale e università. La Corte dei conti: "Dolo di protervia"

Marco Baldoni

Marco Baldoni

Milano, 22 febbraio 2017 -«Dolo di protervia», lo definisce con durezza la Corte dei Conti. La scelta del professor Marco Baldoni fu consapevole, nell’interpretazione dei giudici: assicurare che avrebbe svolto la sua attività di odontoiatra (pioniere nell’utilizzo delle staminali per la rigenerazione ossea) esclusivamente all’interno del San Gerardo di Monza e che avrebbe contemporaneamente seguito a tempo pieno gli impegni da ordinario di Clinica odontoiatrica all’Università Bicocca di Milano, dimenticandosi però di informare i vertici di ospedale e ateneo dei guadagni incamerati parallelamente dal suo studio privato. Situazione incompatibile per legge. E se al Tribunale penale Baldoni se l’era cavata con un’archiviazione per le accuse di truffa ai danni dello Stato e abuso d’ufficio, il collegio presieduto da Silvano Di Salvo non è stato altrettanto clemente: il professore dovrà risarcire 236.406 euro all’ospedale e 4,5 milioni di euro alla Bicocca. Una stangata da quasi 5 milioni. Spiegata così dai giudici: «Il quadro legislativo in materia di regime delle incompatibilità per professori universitari a tempo pieno e per medici in regime di esclusiva è chiara, ben formulata, inequivoca e dunque di solare evidenza». Di conseguenza, «sconoscere tali cristallini dati normativi, che rappresentano, per usare una terminologia medica, la “fisiologia” e la “genetica” dello status, significa versare in situazione di “patologica” e inescusabile ignoranza, sia in capo al diretto interessato, sia (ove ne fosse data prova) in capo ai vertici gestionali». Come dire: Baldoni non poteva non sapere quali fossero i suoi obblighi; e altrettanto vale, in teoria, pure per chi ora si vedrà risarcire i soldi ingiustamente sborsati.

E proprio su questo punto hanno cercato di battere i legali del luminare, sottolineando, in sostanza, che in ospedale tutti erano al corrente della sua attività esterna (risalente al 1988); senza risparmiare una punta di veleno, quando hanno evidenziato «possibili incidenze sulla denuncia fatta dall’amministratore straordinario del San Gerardo di interessi in qualche modo tesi a estromettere il convenuto dalla conduzione dell’attività intra moenia presso il San Gerardo e ad affidare il medesimo opus a società riconducibile alla dottoressa Canegrati», quella Lady Smile arrestata dai carabinieri nel febbraio 2016. Tesi rispedite al mittente dalla Corte dei Conti, che ha quantificato in 4,8 milioni la somma che il professore deve complessivamente ridare a San Gerardo e Bicocca.

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