Scala, giovani entusiasti alla prima: 9 minuti di applausi / FOTO

Va in scena l’Andrea Chénier, dopo 31 anni di assenza alla Scala, davanti a una platea che di anni ne ha meno di 30

Tantissimi i giovani che hanno festeggiato l’occasione d’oro

Tantissimi i giovani che hanno festeggiato l’occasione d’oro

Milano, 4 dicembre 2017 - Nove mimuti di applausi. Standing ovation per Anna Netrebko, la diva indiscussa. Promossa con lode la scenografia. Va in scena l’Andrea Chénier, dopo 31 anni di assenza alla Scala, davanti a una platea che di anni ne ha meno di 30. Duemila ragazzi che il 3 novembre sono stati in coda tutta la notte per conquistare il biglietto per la «Primina», l’anteprima tutta per loro. «Ne è valsa la pena», il commento unanime di chi sin dal primo pomeriggio ha iniziato ad avvicinarsi al tempio della musica. Mise elegantissime e ricercate, abiti lunghi e sobri, qualche pelliccia. Fra gli uomini i papillon hanno superato le cravatte quest’anno. C’è anche una bambina di 7 anni: la mamma la ha accompagnata all’entrata.

Ci sono neofiti accanto a veri cultori, chi è stato trascinato dal compagno e chi da 7 anni non si perde una «Primina» e, vedendo avvicinarsi i 30, inizia già a rimpiangere quell’opportunità e a invidiare i diciottenni che, per fortuna, non mancano all’appello. Irrompe anche la «Rivoluzione Francese» nel foyer: Lise Bolikowsky arriva da Parigi col suo cavaliere, stavano visitando la città quando si sono trovati davanti alla biglietteria della Scala. «Pensa che bello sarebbe riuscire a sentire un’opera». E voilà, nonostante i jeans di lei e la giacca rivoluzionaria di lui, il miracolo accade.

«In biglietteria ci hanno detto che all’ultimo si erano liberati due posti – racconta emozionata Lise –. Non siamo molto eleganti per l’occasione, potremmo rappresentare il volgo francese. Non conosciamo l’opera, ma è la nostra storia ed è tutto così magnifico». Arriva un bel gruppetto anche da Barcellona. Si spengono le luci. Primo quadro, secondo quadro: tutti in religioso silenzio. Il diktat del maestro Chailly, o meglio della partitura di Umberto Giordano, è rispettato. Nessuno ha applaudito prima del tempo sino all’intervallo, quando sono scoccati i primi due minuti abbondanti di applausi. Dopo terzo e quarto quadro, il popolo degli under 30 finalmente può sfogare l’entusiasmo: per nove minuti hanno battuto le mani, con le lacrime agli occhi. A colpire il pubblico dei giovani è soprattutto la scenografia. La Netrebko ha convinto tutti anche se c’era chi, nonostante la giovane età, aveva nelle orecchie la voce della Callas.

Pareri discordanti sul tenore Eyvazov, che da una parte conquista nuovi «fan» dall’altra «non convince». In sala c’è Marco Barsella, 18enne di Viareggio, che studia direzione d’orchestra e a novembre era riuscito dopo 30 ore di attesa a conquistare il biglietto numero 4: «È imperdibile: dopo 32 anni di assenza hanno realizzato un’Opera di questa caratura – sottolinea – purtroppo però si chiama Andrea Chénier e lui mi ha deluso un po’. I dubbi che avevo sono stati confermati. Non penso sia pronto, quando prende bene una nota la tiene troppo. Non vorrei essere lui il 7... Ma la musica è talmente bella che alla fine si fa uno sconto». Voto finale? Nove. Eleonora Pucci, stessa età, studia teatro e pianoforte e condivide il voto: «Le scelte registiche sono coinvolgenti, si è riusciti a conservare l’idea dell’autore e il periodo storico pur inserendo tecnologie.

L’illuminazione della scena finale è la più commovente. Anna Netrebko è travolgente e il coro sorprende». Alexander Pereira, sovrintendente della Scala, applaude agli spettatori under 30: «In questi anni abbiamo aumentato il pubblico sotto i 25 anni del 20% – ha ricordato –. Anche il programma per i bambini è importante: probabilmente nei prossimi 10, 15 e 20 anni porteremo una nuova generazione: è la cosa più bella che possiamo fare, così possiamo sopravvivere».

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