Turista accoltellata a Roma Termini, l'aggressore in carcere davanti al pm a Milano

Due carabinieri liberi dal servizio, marito e moglie, lo hanno riconosciuto in Centrale sul regionale per Brescia. Oggi sarà interrogato alle 15

Milano, 3 gennaio 2023 -  Ad attirare la sua attenzione è stato il cappellino nero, che gli era rimasto impresso qualche ora prima. Il vicebrigadiere del Radiomobile è andato a ripescare rapidamente l’immagine nella memoria e ha subito associato il berretto a una faccia: quella che da ore campeggiava su tutti i siti di informazione che stavano dando conto dell’identificazione del clochard Aleksander Mateusz Chomiak, accusato di aver accoltellato con tre fendenti la turista israeliana Abigail Dresner alle 21.45 del 31 dicembre davanti alle biglietterie automatiche della Stazione Termini di Roma. Così il militare trentaseienne, che stava salendo sul regionale per Brescia per tornare a casa, si è girato verso la moglie trentasettenne, appuntato che presta servizio nell’infermeria della caserma Montebello di via Monti, e le ha sussurrato: «Secondo me è lui».

Poi si è voltato ancora, quasi a voler trovare conferma della prima impressione, e ha notato un altro dettaglio, per lui decisivo: il ragazzo indossava un paio di scarpe rosse, le stesse immortalate dagli occhi elettronici installati all’interno dello scalo ferroviario capitolino. In quel momento, il carabiniere ha avuto la certezza di avere davanti Chomiak. Che a sua volta si è accorto di quel conciliabolo e, verosimilmente sospettando di essere stato riconosciuto, si è alzato di scatto per scendere in tutta fretta dal treno. Non ha fatto in tempo, perché i due militari lo hanno immobilizzato proprio sulla scaletta. Così alle 18 è finita in Centrale la fuga del venticinquenne polacco ricercato in tutta Italia per il raid armato della sera di San Silvestro.

«Sei tu questo?», gli ha ripetuto più volte il vicebrigadiere, mostrandogli una delle foto che circolano sul web, ricevendo un impercettibile segno di assenso con la testa. Il senza fissa dimora è stato poi preso in consegna dai militari del pronto intervento, che lo hanno portato in caserma per le procedure di identificazione. Lì i residui dubbi sulle generalità del polacco sono stati fugati: è lui il clochard che avrebbe ferito gravemente la ventiquattrenne, che si trova ancora ricoverata in prognosi riservata all’Umberto I.

Con sé, stando alle prime informazioni, aveva tre lame, ma nessuna di queste dovrebbe essere quella che ha colpito per tre volte la giovane Abigail al petto e alla schiena: un coltello da cucina ancora impacchettato, un altro coltello avvolto in un pezzo di carta e un taglierino. Inoltre, aveva un paio di buste di supermercato con alcuni generi alimentari: polpette, wurstel e altro cibo, in parte consumato in parte ancora confezionato. Probabilmente era la scorta per un viaggio senza meta, che aveva come unico scopo quello di allontanarsi il più lontano possibile da chi gli stava dando la caccia da tre giorni. La corsa si è interrotta in Centrale.

Allo stato, per gli inquirenti si è trattato di un atto privo di motivazione: non ci sono aggravanti razziali, una matrice neonazista o una finalità terroristica per il pm Enrico Pavone, che ha chiesto la convalida del fermo al gip Natalia Imarisio. Per la Procura si tratta, almeno per ora del gesto di uno squilibrato, di un fantasma che si aggirava per l'Europa. L'interrogatorio di convalida di Aleksander Chomiak inizierà oggi pomeriggio alle 15 al carcere di San Vittore dove si trova rinchiuso da ieri. Non ha mai parlato, non si è giustificato in alcun modo il gesto né opposto resistenza all'arresto.

Al momento in cui è stato fermato in treno, il giovane aveva tre coltelli. Tra questi, non c'era quello utilizzato per l'aggressione a Roma. Aveva in tasca un verbale rilasciato dalla polizia stradale all'esito di un controllo risalente a un mese fa. Verbale che l'uomo ha consegnato ai carabinieri a conferma della propria identità.