Col rosso a 150 chilometri all’ora: il pirata della strada rischia 10 anni

Milano, un morto. La richiesta dell’accusa per il conducente del suv

l luogo dello schianto mortale e i rilievi degli agenti della polizia locale

l luogo dello schianto mortale e i rilievi degli agenti della polizia locale

Milano, 14 ottobre 2017 - Una scheggia che corre ai 150 all’ora, brucia il semaforo rosso e travolge un’altra auto. Un morto e un uomo che fugge. La velocità folle si percepisce dai filmati proiettatti nell’aula del gup Natalia Imarisio, ieri, durante l’udienza in abbreviato. Dieci anni per il 33enne Franko della Torre, omicidio stradale, lo chiede il pm Francesco Cajani che in una memoria scrive: «Questo episodio sembra dire che non possiamo confidare nella coscienza di un omicida, che aggredisce i nostri luoghi di vita abituale e poi fugge via». E nel racconto di cosa è successo quella mattina del 30 aprile scorso si delinea la sequenza precisa dello spaventoso incidente e delle responsabilità del pirata.

Lo schianto all’angolo tra via Popoli Uniti e viale Monza. Da Sesto, a bordo di un’Audi Q7 arriva Della Torre, una notte passata a ballare e poi in giro, sono quasi le sette del mattino, ha fretta di trovare un bar già aperto per fare colazione. Spinge sull’acceleratore e brucia tutti i rossi di viale Monza, ai 150. Gli va bene fin quasi a piazzale Loreto. All’altezza di Popoli Uniti passa il semaforo rosso già da nove secondi. Proprio in quel momento sbuca dall’incrocio Livio Chiericati, 57 anni, a bordo di una Nissan Qashquai, si immette in quel momento su viale Monza, è appena scattato il verde, quindi procede ai 20 all’ora. Il suv non ce la fa a frenare, lo travolge, l’effetto è quello di un incudine lanciato contro un cristallo.

Chiericati è incastrato in un ammasso di lamiere, è agonizzate. Della Torre, pluripregiudicato, è salvo. Scende dal suv, si rende conto di quello che ha provocato, vede l’altro uomo incastrato che sta morendo e scappa. Ma non solo, dopo qualche metro si accorge di non avere il cellulare in tasca. Allora torna indietro, ma non per chiamare i soccorsi, solo per recuperare il telefono e poi cerca di dileguarsi come uno qualunque in mezzo alla gente che si era fermata per prestare i primi soccorsi. Quel telefono lo userà più tardi solo per chiamare la sorella, per chiederle di andarlo a prendere e di accompagnarlo in ospedale per potersi medicare le ferite. Solo perché ferito, si consegnerà ai vigili.

Per il gip Valerio Natale, che dispose per lui la custodia cautelare, Della Torre è stato «incapace di assumersi qualsiasi responsabilità». Nel provvedimento, tra l’altro, il gip scriveva che il «profilo criminale di Della Torre è testimoniato dai suoi precedenti penali», dal fatto che l’auto che guidava quella mattina è risultata «intestata a un prestanome» e «dall’esercizio ancora poco chiaro di una attività illecita». Il riferimento è a una certa quantità di soldi finti trovati nella sua abitazione. Martedì la sentenza.

 

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