"Regali per permessi di soggiorno". In manette poliziotto-sindacalista

Corruzione, ai domiciliari ispettore dell’Immigrazione e delegato Sap

Due immigrati

Due immigrati

Milano, 22 ottobre 2016 - Regali in cambio di una corsia preferenziale nel rilascio dei permessi di soggiorno ai cittadini extracomunitari. È questa l’accusa, secondo quanto si apprende, della quale dovrà rispondere l’ispettore Giuseppe Falcone, in servizio all’Ufficio asilo politico della Questura, arrestato ieri per corruzione dagli agenti della Squadra mobile, diretti da Lorenzo Bucossi; per lui, poliziotto di 56 anni, il gip ha disposto la misura cautelare dei domiciliari. I fatti contestati – titolare del fascicolo è il pm Giovanni Polizzi del pool Reati contro la pubblica amministrazione coordinato dal procuratore aggiunto Giulia Perrotti – dovrebbero risalire a un paio di anni fa, secondo le prime informazioni. Falcone è piuttosto noto tra i colleghi, anche perché ricopre da anni cariche importanti all’interno del Sindacato autonomo di polizia (Sap). Attualmente subcommissario della sigla («L’abbiamo sospeso dopo la notizia», chiarisce all’Ansa il commissario straordinario del Sap Giorgio De Biasi), è stato uno dei pochi a restare in sella dopo la rivoluzione seguita all’arrivo di Gianni Tonelli alla segreteria nazionale. «Le uniche notizie che ho – fa sapere Tonelli contattato in serata dal Giorno – è che i fatti sono antecedenti all’inizio del nuovo corso del Sap e che non hanno alcuna attinenza con la sua attività di delegato sindacale. Ho da sempre fiducia nell’operato della magistratura e mi auguro che Falcone riesca a dimostrare la sua innocenza».

L’arresto di Falcone arriva a poco più di due anni da quello di un funzionario dello Sportello unico per l’immigrazione della Prefettura, preso in flagranza sempre dalla Squadra mobile nel giugno del 2014 mentre incassava una mazzetta nel suo ufficio in corso Monforte. Secondo l’accusa, l’impiegato amministrativo, denunciato alla polizia proprio dai vertici di Palazzo Diotti, chiedeva e incassava diverse centinaia di euro in cambio dei nulla osta per i ricongiungimenti familiari dei cittadini extracomunitari. In manette era finito anche un egiziano, che, secondo le indagini dirette dal pm Antonio D’Alessio, faceva da intermediario tra il dipendente pubblico e gli immigrati. Nel marzo del 2015, l’ormai ex funzionario è stato condannato alla pena di 2 anni e 4 mesi di reclusione dal gup Livio Antonello Cristofaro nel processo con rito abbreviato. nicola.palma@ilgiorno.net

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