Il Parco Verga riapre i battenti dopo i timori per gli avvelenamenti

I padroni dei cani attendono le analisi prima di tirare un sospiro di sollievo

Cittadini con i loro cani davanti ai cancelli del parco Verga (NewPress)

Cittadini con i loro cani davanti ai cancelli del parco Verga (NewPress)

Milano, 23 gennaio 2018 - E' stato riaperto ieri pomeriggio il Parco Verga tra le vie Giulio Confalonieri e Porretta, a Quarto Oggiaro, rimasto chiuso due settimane dopo il ritrovamento di «bocconi sospetti» fiutati da due cani, forse avvelenati. A far scattare l’allarme erano stati i proprietari degli animali domenica 7 gennaio.

Per fortuna  le bestiole non hanno avuto conseguenze e per scongiurare problemi hanno seguito una terapia a base di vitamina k. Ora, fa sapere l’assessorato alla Polizia locale, il parco è stato riaperto. Off-limits solo il fazzoletto di terra in cui è stata trovata la carne, che resta recintato con un nastro di plastica.

Una precauzione in più, sottolineano da Palazzo Marino, perché anche se la superficie è stata ripulita e messa in sicurezza si aspetteranno i risultati delle analisi della carne per aprire definitivamente tutto il parco, che arriveranno entro 30 giorni dal prelievo, quindi dopo la prima settimana di febbraio. Ats conferma che quel giorno, su richiesta della polizia di Stato (intervenuta insieme al Nucleo Tutela animali della polizia locale) il veterinario reperibile aveva raccolto alcuni campioni ufficiali, consegnati il giorno successivo all’Istituto Zooprofilattico sperimentale per gli esami.

Intanto, i cancelli riaperti sono una buona notizia per i cittadini: «Il parco è un punto di riferimento. Se è chiuso, dobbiamo arrangiarci nei vialetti attorno», dice Eugenio Macaro. Ma «servono maggiori controlli a tutela delle persone perbene e dei loro animali», continua Franco Gariboldi.

Ninfa Monteleone, proprietaria di tre cani, che ha lanciato l’allarme il 7 gennaio, si stupisce del fatto che «certa gente si preoccupi più per la chiusura del parco e non per la sicurezza. Ora aspettiamo le analisi». Ancora: «Ci vorrebbe anche più informazione... Non è stato messo neppure un cartello per spiegare ai cittadini il motivo della chiusura», continua Flavia Principe, con al guinzaglio il suo Harumi.

E servirebbe pure «un cartello, in tutti i parchi, con un numero unico di riferimento per le segnalazioni di questo tipo - sottolinea Enrico Fedrighini, assessore al Verde del Municipio 8 - gli occhi dei cittadini sono importantissimi. Devono poter allertare subito chi di competenza».

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