Giardini Montanelli, spuntano un muro e ossa di giovani

Si cerca ancora la facciata della basilica di San Dionigi, una delle quattro volute da Ambrogio

Scavi ai Guardini Montanelli di Milano (Newpress)

Scavi ai Guardini Montanelli di Milano (Newpress)

Milano, 24 ottobre 2017 - È riaffiorata una nuova porzione di muro dell’antica basilica di San Dionigi, nei Giardini Montanelli. Non solo. Durante gli scavi archeologici voluti dalla Soprintendenza alle Belle Arti, Paesaggio e Beni archeologici di Milano, condotti con estrema perizia dalla Cooperativa Archeologia, sono stati ritrovati i resti di una sepoltura, due scheletri posizionati simmetricamente, in una cosidetta «fossa terragna» che sono stati affidati agli esperti del Laboratori di Antropologia e Odontologia forense. L’obiettivo è però ora quello di ritrovare l’antica facciata della basilica dopo che, racconta la soprintendente Antonella Ranaldi, «lo studio preventivo delle carte storiche ci ha permesso, con un po’ di fortuna, di centrare le strutture murarie della chiesa di San Dionigi, la chiesa mancante delle quattro attribuite ad Ambrogio, dedicata ai Profeti, e poi a San Dionigi, il predecessore di Ambrogio, che ebbe nel tempo l’attenzione di Ariberto nei primi decenni dopo il Mille». 

I tre scavi aperti «hanno dato esiti positivi, ci permettono di individuare l’orientamento dell’antica chiesa e formulare ipotesi di datazione. Per ora sono stati individuati resti del IX secolo con materiali di recupero della precedente chiesa, e nell’ultimo scavo un tratto di muratura invece dell’epoca del vescovo Ariberto. Le tombe e gli scheletri delle sepolture ci permetteranno di acquisire nuovi dati». Per ora pausa, si dovranno attendere anche nuovi finanziamenti per proseguire i lavori.  Cresce anche l’interesse dei cittadini, in particolar modo dell’associazione «Agiamo» (acronimo di Amici Giardini Montanelli) che seguono da vicino il cantiere. «Ci proponiamo di continuare le esplorazioni archeologiche – rassicura Ranaldi – per l’interesse che i rinvenimenti hanno suscitato, non solo per gli studiosi, per riportare in questo luogo la memoria della chiesa perduta, così importante per l’identità di Milano. Sarebbe un peccato fermarci qui e non mettere a frutto gli indizi ritrovati». 

Il primo cantiere aveva portato alla luce poco più di due settimane fa un primo tratto di muro, facendo sì che si potesse localizzare con precisione il punto in cui si trovava la chiesa. Una scoperta eccezionale, considerando che le ricerche svolte in passato non avevano portato al «tesoro». San Dionigi è una delle quattro chiese che insieme formavano un quadrilatero o una croce: San Nazaro, Sant’Ambrogio, San Simpliciano e appunto San Dionigi, che fu smantellata per realizzare le mura spagnole e infine demolita dagli austriaci. Dal primo cantiere erano emerse anche quattro tombe: una col fondo in tegole, due con rivestimento in cocciopesto (una sorta di malta romana) e un’altra litica, in pietra. Tre di queste con scheletri. Spuntata anche una rosa in marmo bianco. Mercoledì, altra scoperta: nel secondo scavo, oltre alla nuova porzione di muro sono riaffiorati altri due scheletri nella stessa fossa di terra. La dentatura quasi perfetta - in particolare di uno dei due - lascia pensare a resti di giovani. Ma di più per ora non è dato sapere, si dovranno attendere le ricerche per capire il sesso, l’età e le cause della morte. 

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