Ortopedico arrestato, inchiesta chiusa: "Corruzione e lesioni"

Norberto Confalonieri, finito ai domiciliari lo scorso marzo, avrebbe scelto di fare interventi chirurgici per assecondare le pressioni delle case produttri

Norberto Confalonieri

Norberto Confalonieri

Milano, 26 luglio 2017 - La Procura di Milano ha chiuso le indagini sull'ex primario ortopedico del Cto (Centro Traumatologico Ortopedico) di Milano Norberto Confalonieri, finito ai domiciliari il 23 marzo scorso, nell'ambito di un'inchiesta sulla sanita' lombarda. Tra le accuse che gli muovono i pm Eugenio Fusco e Letizia Mannella c'e' anche quella di aver provocato lesioni (in un caso dolose, in altri due colpose) a 3 pazienti da lui operati. Oltre che per questo reato, a Confalonieri, considerato un luminare dell'ortopedia computerizzata, viene contestata la corruzione per i suoi presunti rapporti illeciti con due multinazionli. E' invece caduta l'accusa di turbativa d'asta che gli era in origine addebitata.

Tra le presunte lesioni c'è anche il femore rotto a una paziente di 40 anni. Un episodio a cui è collegata una delle intercettazioni 'simbolo' dell'indagine in cui il medico 65enne, pioniere della chirurgia non invasiva al ginocchio, dice: "Ho spaccato il femore a quella la'...(..) per allernarmi...". Nella memoria difensiva depositata dal suo avvocato Ivana Anomali, il medico si era poi difeso spiegando di non avere rotto "apposta il femore per allenarmi, ma si e' rotto nell'impiantare la protesi. Il verbo allernarmi era goliardico. In realta' stavo perfezionando la tecnica operatoria sulla via d'accesso, per poter operare al meglio le pazienti, previa valutazione sulle indicazioni corrette".

Secondo l'accusa invece, Confalonieri avrebbe esercitato la sua innovativa 'tecnica bikini' prima su un'anziana donna in regime di sanità pubblica, al Pini - Cto, per poi applicarla a una 40enne alla casa di cura San Camillo, dove operava in 'extramoenia'. E avrebbe spaccato i femori a entrambe le pazienti. "Pur consapevole che la tecnica mininnvasiva per via anteriore bikini fosse controindicata per una paziente di 90 anni - si legge nell'atto di chiusura delle indagini - sceglieva di adottare comunque tale metodologia, per il cui impiego non era dotato di sufficiente esperienza, al fine di 'allenarsi' in vista di altri interventi dello stesso genere e, in particolare, dell'omologo intervento". 

Per l'accusa di lesioni, il gip Maria Teresa De Pascale aveva negato l'ordine di arresto, accolto per le altre ipotesi di reato, sostenendo che i pm dovessro svolgere ulteriori accertamenti, sequestrando anche le cartelle cliniche. Verifiche poi effettuate dagli inquirenti che hanno individuato 3 casi di 'sospette' lesioni. Quanto all'accusa di corruzione. Confalonieri è accusato di avere incassato dalle multinazioni di cui avrebbe imposto le protesi in sala operatoria denaro contante, cui vanno aggiunte le sponsorizzazioni imposte per le sue presenza al programma Rai 'Medicina 33', cene e viaggi con famiglia al seguito.

Il responsabile del provveditorato dell'ospedale di Sesto San Giovanni, Luigi Ortaglio, "ha sempre avuto piena fiducia nell'operato della magistratura milanese, assicurando la più ampia collaborazione nella convinzione di chiarire velocemente i fatti e ottenere una favorevole risoluzione della vicenda". Lo riferisce il suo difensore, l'avvocato Marco Leanza, con una nota. Ortaglio non figura tra i destinatari dell'avviso di chiusura dell'indagine con al centro la fornitura di protesi di due multinazionali sanitarie in cambio di tangenti e sui presunti danni fisici ai pazienti, in quanto per lui, come per l'ex primario Norberto Confalonieri (accusato di corruzione e lesioni), è caduta l'ipotesi di turbativa d'asta. Lo scorso 20 giugno il Tribunale del Riesame di Milano aveva revocato a Ortaglio la misura dell'interdizione dalla funzione per un anno in quanto, scrivevano i giudici nel provvedimento, "non si rinvengono in atti elementi sufficienti a sostenere, a livello di gravità indiziaria, la collusione dell' indagato con Norberto Confalonieri» in relazione «al suo consapevole contributo alla condotta con la quale il chirurgo favoriva la società un'azienda, in spregio delle regole di scelta del contraente per la fornitura di protesi ortopediche".

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