Omicidi Quarto Oggiaro, Corte d'Appello conferma ergastolo Benfante. La difesa: ricorso

Secondo l'accusa Benfante, da pochi giorni uscito dal carcere e in affidamento in prova ai servizi sociali, per ottenere l'egemonia sullo spaccio a Quarto Oggiaro avrebbe eliminato i fratelli Tatone

Antonino Benfante, presunto killer omicidi fratelli Tatone

Antonino Benfante, presunto killer omicidi fratelli Tatone

Milano, 26 ottobre 2016 - Accusato di aver ucciso tre persone tre anni fa, la Corte d'Assise d'Appello di Milano ha confermato la condanna all'ergastolo e a 3 anni di isolamento diurno per Antonino Benfante. Sarebbe lui il presunto killer che, tra il 27 e il 30 ottobre 2013, avrebbe ucciso i fratelli Emanuele e Pasquale Tatone e il loro autista e factotum, nell'ambito di una serie di contrasti legati allo spaccio di droga nel quartiere milanese di Quarto Oggiaro.

La Corte, presieduta da Sergio Silocchi, ha deciso, dunque, di confermare il verdetto emesso nel luglio del 2015, come chiesto dal sostituto pg Laura Gay, e di non accogliere le richieste della difesa di riaprire il processo. "Andremo in Cassazione - ha spiegato l'avvocato Ermanno Gorpia, uno dei difensori - perché la Corte si è rifiutata di assumere la testimonianza della persona che era con Benfante quando lui avrebbe dovuto compiere invece, secondo l'accusa, gli omicidi".

LA DIFESA - "Una telecamera di sorveglianza della zona, mai analizzata, ha ripreso" Antonino Benfante "mentre rientrava in casa meno di quattro minuti prima che venisse commesso il duplice omicidio". Per questo motivo non può aver ucciso Emanuele Tatone e il suo autista Paolo Simone nella mattina del 27 ottobre 2013. Questa la mossa principale con cui i legali di Benfante, gli avvocati Ermanno Gorpia e Francesco Moramarco, puntano a ottenere l'assoluzione in appello dell'imputato, già condannato all'ergastolo in primo grado per quella duplice uccisione, ma anche per la morte di Pasquale Tatone, fratello di Emanuele, anche lui asassinato a colpi di pistola tre giorni dopo per contrasti nello spaccio di droga nel popolare quartiere di Quarto Oggiaro, a Milano.

L'ACCUSA - D'altro canto il sostituto pg di Milano Laura Gay ha chiesto, davanti alla Corte d'Assise d'Appello presieduta da Sergio Silocchi, di confermare la condanna all'ergastolo per Benfante (e a 3 anni di isolamento diurno) inflitta nel luglio del 2015. Secondo l'accusa, Benfante, da pochi giorni uscito dal carcere e in affidamento in prova ai servizi sociali, per ottenere l'egemonia sullo spaccio a Quarto Oggiaro avrebbe eliminato i fratelli Tatone, uccidendoli a colpi di pistola insieme al loro factotum nell'arco di tre giorni. I difensori di Benfante, che si è sempre professato innocente, hanno portato nell'arringa una serie di elementi (anche su un mozzicone di sigaretta ritrovato), tra cui appunto i fotogrammi della telecamera che mostrerebbero l'uomo rincasare alle 11.41 (il duplice omicidio del 27 ottobre è delle 11.45). E hanno chiesto ai giudici di riaprire il processo con l'audizione di una serie di testimoni e con la "necessaria visione del filmato". La Corte dovrebbe entrare già oggi in camera di consiglio per decidere se rinnovare il dibattimento o emettere la sentenza.

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